«Nessuno è perfetto, tutti siamo peccatori, tutti sbagliamo, e se il Signore usasse la conoscenza delle nostre debolezze per condannarci, nessuno potrebbe salvarsi. Ma non è così. Egli infatti non se ne serve per puntarci il dito contro, ma per abbracciare la nostra vita, per liberarci dai peccati e salvarci. A Gesù non interessa farci processi e sottoporci a sentenze».
È la quarta domenica di Quaresima, domenica “in laetare”, contraddistinta dal colore rosaceo dei paramenti liturgici, che invita già a guardare alla gioia del mattino di Pasqua. Il brano del Vangelo odierno racconta l'incontro e il colloquio del Maestro con Nicodemo, un fariseo e uno dei capi dei Giudei, al quale Gesù spiega la natura della sua missione.
Bergoglio osserva che spesso Cristo dimostra di saper vedere in profondità nei cuori e nei pensieri delle persone che avvicina, di cui svela le intenzioni e le contraddizioni: «Davanti a Gesù non ci sono segreti: Egli legge nel cuore, nel cuore di ognuno di noi. E questa capacità potrebbe inquietare perché, se usata male, nuoce alle persone, esponendole a giudizi privi di misericordia. Egli vuole che nessuno di noi vada perduto. Lo sguardo del Signore su ognuno di noi non è un faro accecante che abbaglia e mette in difficoltà, ma il chiarore gentile di una lampada amica, che ci aiuta a vedere in noi il bene e a renderci conto del male, per convertirci e guarire con il sostegno della sua grazia».
Sull'esempio di Gesù «noi cristiani siamo chiamati a fare altrettanto», afferma il Papa, che osserva quanto invece venga facile a tutti noi giudicare gli altri: «Pensiamo a noi, che tante volte, tante volte condanniamo gli altri; che tante volte ci piace sparlare, cercare pettegolezzi contro gli altri», dice parlando a braccio, «chiediamo al Signore che ci dia a tutti questo sguardo di misericordia, di guardare agli altri come Lui ci guarda a tutti noi. Maria ci aiuti a desiderare il bene gli uni degli altri».
Al termine della preghiera mariana, Francesco ha ricordato che «Stasera i fratelli musulmani inizieranno il Ramadan. Esprimo a tutti loro la mia vicinanza». Poi ha rivolto un pensiero per Haiti: «Seguo con preoccupazione e dolore la grave crisi che colpisce Haiti e i violenti episodi avvenuti negli ultimi giorni. Sono vicino alla Chiesa e al caro popolo haitiano che da anni è provato da molte sofferenze». Francesco ha invitato a pregare «perché cessi ogni sorta di violenza e tutti offrano il loro contributo per far crescere la pace, la riconciliazione nel Paese, con il sostegno rinnovato della comunità internazionale».
Infine un pensiero per le donne a pochi giorni dall’8 marzo: «Due giorni fa si è celebrata la Giornata internazionale della donna», ha ricordato il Pontefice, «vorrei rivolgere un pensiero ed esprimere la mia vicinanza a tutte le donne specialmente a quelle la cui dignità non viene rispettata. C'è ancora tanto lavoro che ciascuno di noi deve fare perché sia riconosciuta concretamente la pari dignità delle donne. Sono le istituzioni sociali e politiche che hanno il dovere fondamentale di proteggere e promuovere la dignità di ogni essere umano offrendo alle donne, portatrici di vita, le condizioni necessarie per poter accogliere il dono della vita e assicurare ai figli un'esistenza degna».