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Il Papa apre il Sinodo: "Accogliere tutti e non puntare il dito"

04/10/2015  Bergoglio ripropone l'immagine della Chiesa come ospedale da campo. Verità, carità e misericordia. Una Chiesa con le porte chiuse tradisce se stessa. Attenti al legalismo.E all'Angelus chiede di essere società-famiglia e non società-fortezze.

Papa Francesco apre il Sinodo ordinario dei vescovi sulla famiglia, di cui è presidente, citando san Giovanni Paolo II. “L’uomo che sbaglia deve essere compreso e amato”. Ripropone l’immagine della Chiesa “ospedale da campo”, che non punta “il dito per giudicare gli altri, ma fedele alla sua missione di madre, si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l’olio dell’accoglienza e della misericordia”. Ribadisce che la Chiesa deve avere le “porte aperte” ed “accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno”.

Una Chiesa “con le porte chiuse tradisce se stessa e la sua missione e invece di essere un ponte diventa una barriera”. Bergoglio ha spiegato che sono tre gli argomenti del Sinodo: “Il dramma della solitudine, l’amore tra uomo-donna e la famiglia”. La solitudine è “il dramma che ancora oggi affligge tanti uomini e donne”. Il papa cita gli “anziani abbandonati perfino dai loro cari e dai propri figli”, pensa “ai vedovi e alle vedove, ai tanti uomini e donne lasciati dalla propria moglie e dal proprio marito, a tante persone che di fatto si sentono sole, non capite e non ascoltate; ai migranti e ai profughi che scappano da guerre e persecuzioni; e ai tanti giovani vittime della cultura del consumismo, dell’usa e getta e della cultura dello scarto”.

Denuncia “il paradosso di un mondo globalizzato dove vediamo tante abitazioni lussuose e grattacieli, ma sempre meno il calore della casa e della famiglia; tanti progetti ambiziosi, ma poco tempo per vivere ciò che è stato realizzato; tanti mezzi sofisticati di divertimento, ma sempre di più un vuoto profondo nel cuore; tanti piaceri, ma poco amore; tanta libertà, ma poca autonomia”. E aggiunge che aumentano “le persone che si sentono sole, ma anche quelle che si chiudono nell’egoismo, nella malinconia, nella violenza distruttiva e nello schiavismo del piacere e del dio denaro”. In questo contesto, spiega, che l’ “amore duraturo” è “deriso”: “ Sembrerebbe che le società più avanzate siano proprio quelle che hanno la percentuale più bassa di natalità e la percentuale più alta di aborto, di divorzio, di suicidi e di inquinamento ambientale e sociale”. La Chiesa invece propone “l’amore fedele e incoraggia le numerosissime famiglie che vivono il loro matrimonio come uno spazio in cui si manifesta l’amore divino”, difende “la sacralità della vita, di ogni vita” e l’”unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale, come segno della grazia di Dio e della capacità dell’uomo di amare seriamente”.

Il matrimonio non va reso ridicolo, perché “per Dio non è utopia adolescenziale”. Poi Francesco sottolinea che la verità “non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti: “La verità che protegge l’uomo e l’umanità dalle tentazioni dell’autoreferenzialità e dal trasformare l’amore fecondo in egoismo sterile, l’unione fedele in legami temporanei”. E qui cita Benedetto XVI che nella enciclica Caritas in veritate scriveva. “Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell’amore in una cultura senza verità”. Dunque verità, ma nella carità, ricordandosi, rimarca Bergoglio, che nel Vangelo Gesù è molto chiaro circa il fatto che “il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per i, sabato” e che Gesù è venuto non per i giusti, ma per i peccatori, e che sono i malati ad aver bisogno del medico”.

L’indicazione del papa è andare oltre ogni legalismo. Al termine della messa durante l’Angelus il papa ha chiesto di nuovo di pregare per i lavori del Sinodo: “Terremo lo sguardo fisso su Gesù per individuare, sulla base del suo insegnamento di verità e misericordia, le strade più opportune per un impegno adeguato della Chiesa con le famiglie e per le famiglie”.

Poi è tornato a parlare del dramma della guerra, evocando l’immagine di tanti bambini affamati, sfruttati e costretti alla guerra, che “bussano con sguardo smarrito alle nostre porte”: “Il Signore ci aiuti a non essere società-fortezze, ma società-famiglia, capaci di accogliere con regole adeguate, ma di accogliere, accogliere sempre con amore”.

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