«È tempo di trovare il cambiamento della pace, il cambiamento della fratellanza. È ora che le armi cessino. Che si torni al dialogo, alla diplomazia. Cessino i disegni di conquista e di aggressione militare. Per questo ripeto: no alla guerra. No alla guerra». Lo ha detto papa Francesco in un passo del suo intervento in spagnolo in collegamento da remoto con la sessione della Clinton Global Initiative 2023, promossa a New York dall'ex presidente americano Bill Clinton (sopra, l'incontro del 5 luglio scorso a Santa Marta, in Vaticano).
«È importante diffondere la cultura dell'incontro, la cultura del dialogo, la cultura dell'ascolto e della comprensione», ha detto il Pontefice dopo essere stato introdotto dall’ex presidente americano Bill Clinton. «È necessario condividere opinioni su come contribuire al bene comune e su come non lasciare da parte le persone più vulnerabili, come i bambini; che attraverso la Fondazione “Bambino Gesù”' sono all'origine del nostro incontro. Lo sappiamo tutti - ha proseguito -, viviamo in un'era che cambia. Solo insieme potremo uscirne migliori. Insieme. Solo insieme possiamo guarire il mondo da un anonimato che è la globalizzazione dell'indifferenza».
Poi, rivolgendosi direttamente a Clinton, ha elencato le numerose sfide di oggi: «il cambiamento climatico, le crisi umanitarie che colpiscono migranti e rifugiati, l'assistenza all'infanzia e molte altre. Ad essi aggiungerei il vento di guerra che soffia sul mondo, alimentando con lo spirito di guerra quella che più volte ho chiamato la terza guerra mondiale a pezzi», ha quindi osservato. Secondo il Papa, «è necessaria una grande e comune assunzione di responsabilità. Nessuna sfida, nessuna sfida è troppo grande se la affrontiamo a partire dalla conversione personale di ciascuno di noi, dal contributo personale che ciascuno può dare per superarla, e dalla consapevolezza di ciò che ci rende partecipi dello stesso destino». E ancora: «Nessuna sfida può essere affrontata da soli. Non da solo. Solo insieme. Sorelle e fratelli, figli di Dio». «Per questo incoraggio sempre, e voglio farlo anche qui, tutte le donne e gli uomini di buona volontà, dicendo loro di non arrendersi di fronte alle difficoltà. Le difficoltà fanno parte della vita. E il modo migliore per affrontarle è cercare sempre il bene comune: mai da soli. Sempre insieme. Nelle difficoltà può emergere il meglio o il peggio di noi stessi. Qui sta la sfida, la sfida. Combattere l'egoismo, il narcisismo, la divisione con generosità, umiltà, l'unità è meglio del conflitto».
Per il Papa, inoltre, «è tempo di lavorare insieme per fermare la catastrofe ecologica, prima che sia troppo tardi. Per questo ho scelto di scrivere un nuovo documento, a dieci anni dall'Enciclica Laudato Si’. Fermiamoci finché c'è tempo, per favore. Fermarci finché c'è tempo. È tempo di affrontare insieme le emergenze migratorie, ricordando che non stiamo parlando di numeri, ma di persone, uomini, donne e bambini. Quando parliamo di migrazione pensiamo agli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi. È tempo di pensare ai più piccoli, ai ragazzi, alla loro educazione, alla loro cura». E rispondendo al termine a una domanda di Bill Clinton, il Pontefice ha concluso: «Sono preoccupato per entrambe le cose, i bambini e il cambiamento climatico. Per favore, agiamo contro il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi».