Cari fratelli e sorelle,
vi do il mio caloroso benvenuto e vi saluto tutti. Ringrazio il Presidente per le parole che mi ha rivolto.
Con l’esperienza maturata in questi quarant’anni di attività, la vostra Federazione sostiene e tutela più di 5.500 pediatri di famiglia, offrendo loro competenza e supporto sotto il profilo professionale e morale, nella sfera assistenziale e previdenziale, oltre che nell’ambito giuridico e in quello economico. Quella che fornite è un’assistenza ad ampio raggio, necessaria per seguire i vostri affiliati in tutti i passaggi della loro vita professionale, e utile a far sì che possano svolgere con più serenità, oltre che con maggiore competenza, il loro compito delicato ed essenziale.
Già nei suoi primi passi, la Federazione si è distinta per il contributo dato alla nascita del Servizio Sanitario Nazionale, e negli anni ha realizzato innumerevoli iniziative per la salute delle persone e il miglioramento dei servizi offerti ai cittadini, stipulando accordi pubblici e privati, mantenendo in modo autonomo e apartitico un attivo confronto con le parti politiche e sociali, e assicurando un controllo su tanti aspetti essenziali della salute del bambino e dell’adolescente.
L’età della quale vi occupate, dalla nascita fino all’adolescenza, è senza dubbio quella più evolutiva della vita umana, ed esige una conoscenza globale sul corpo umano e le sue patologie. Si può trattare di comprendere e gestire problemi cardiocircolatori in un bambino appena nato, o dell’apparato digerente in un bambino di dieci anni, o questioni fisiche e psichiche legate alla pubertà, e così via.
Questa gamma molto ampia di competenze esige sia un’approfondita formazione di base, sia una costante attività di aggiornamento. A questo mirano le tante iniziative formative e di ricerca che vi sforzate di approntare, con incontri, dibattiti e convegni, che possano fornire a voi pediatri gli elementi per mantenervi aggiornati e, al tempo stesso, promuovere una cultura più capace di tutelare la salute delle persone, in particolare dei più piccoli. Nel nostro tempo, dove le tante comodità e gli sviluppi tecnologici e sociali si pagano con un impatto sempre più invasivo sulle dinamiche naturali del corpo umano, diventa urgente attuare un serio programma di educazione alla salute e a stili di vita rispettosi dell’organismo, così che il progresso non vada a scapito della persona.
Il vostro costante impegno negli ambiti della formazione, della prevenzione e della ricerca è stato riconosciuto con l’accreditamento della vostra Federazione come società scientifica. Possiate sempre operare con serietà e dedizione facendovi promotori di una cultura e di una sanità solidali ed inclusive. Nel nostro tempo, infatti, sempre più spesso la prevenzione e le cure diventano appannaggio di chi gode di un certo tenore di vita, e quindi se lo può permettere. Vi incoraggio ad adoperarvi perché questa diseguaglianza non venga a sommarsi alle tante che già affliggono i più deboli, ma il sistema sanitario assicuri a tutti assistenza e prevenzione, come diritti della persona. Proprio l’attenzione alle persone, infatti, insieme alla competenza scientifica, è una caratteristica essenziale della vostra professionalità, della quale è parte integrante anche la capacità di ascoltare, di comprendere e di ispirare fiducia.
In forza della fede che avete ricevuto, siete chiamati a prendere sempre come modello di umanità e dedizione agli altri la persona di Gesù, sorgente di vicinanza e di tenerezza. Leggendo e rileggendo spesso i testi del Vangelo in cui Gesù incontra e guarisce i malati, voi attingete linfa sempre nuova per il vostro essere e il vostro agire.
Prima ancora che con i bambini, il vostro lavoro vi pone in rapporto costante con i genitori, primi custodi e responsabili dei vostri pazienti. Essi non chiedono solo la vostra competenza medica, ma cercano anche una sicurezza dal punto di vista umano, affidandovi ciò che hanno di più caro.
Quanto alla relazione con i bambini che visitate, essi sono dotati di antenne potenti, e captano al volo se siamo ben disposti o se invece siamo distratti, perché magari vorremmo avere già finito il turno, o sbrigarci più in fretta, o trovare un paziente che strilla di meno… Anche voi siete uomini e donne, con le vostre preoccupazioni, ma sappiamo che siete anche allenati al sorriso, necessario per dare coraggio e aprirsi un varco di fiducia nei più piccoli; e anche le medicine, così, sono più efficaci.
Nel trattare con i bimbi, teniamo sempre a mente proprio le parole di Gesù che, in un mondo nel quale erano poco considerati, li indica come modello di chi entra a far parte del Regno di Dio, perché ne comprende i segreti. Ricordiamo anche il suo atteggiamento singolarmente attrattivo verso di loro: sebbene non li chiamasse a sé con inviti o con regali, li richiamava con la forza e la serenità che scaturivano dalla sua persona, così che i bambini andavano a Lui ed Egli li accoglieva.
Il vostro illustre collega e maestro, Dottor Franco Panizon, parlava di questa dedizione incondizionata. Diceva: «Mai accada di posare il capo sul cuscino, se prima non avrete fatto tutto quello che è in vostro potere per loro!». Egli esortava i pediatri ad avere una parte, piccola ma importantissima, nello scrivere la cultura e quindi la storia del nostro tempo. Per questo vi invitava a guardare “più in là”, cioè oltre la malattia e le contingenze, oltre il momento presente, oltre la propria persona o la propria fatica. Diceva anche: «Non pensare solo all’oggi del tuo paziente, ma pensa anche al suo domani»; e ancora: «non pensare solo ai tuoi pazienti, ma pensa anche a tutti i pazienti; non pensare solo ai presenti, ma pensa anche ai lontani e ai futuri».
Vissuto con questo afflato, il lavoro che svolgete rappresenta una vera e propria missione, che coinvolge sia la mente che il cuore, e in qualche modo non conosce stacchi, perché sebbene esistano periodi di vacanza e pause dall’attività lavorativa, la vostra professione vi accompagna sempre, e vi coinvolge ben più a lungo e più a fondo che durante le ore in cui siete sul luogo di lavoro.
Con questo stile, voi date testimonianza cristiana, perché cercate di praticare i valori evangelici e il vostro senso di appartenenza alla Chiesa; ma anche per l’ampiezza del vostro sguardo, per la capacità di immaginare il contesto sociale e il sistema sanitario più giusti per il futuro, e per il desiderio di porvi a servizio, con umiltà e competenza, di ogni persona che vi è affidata. Invocando la benedizione di Dio sul vostro cammino associativo e su ognuno di voi, vi chiedo a mia volta una preghiera per me. Grazie!
(foto in alto. Reuters / Vatican Media)