È la seconda udienza generale di agosto. Il pensiero di papa Francesco corre all’Africa dilaniata da conflitti e violenze: «Sono rimasto profondamente addolorato dalla strage avvenuta domenica scorsa in Nigeria, all'interno di una chiesa, dove sono state uccise persone innocenti», afferma Bergoglio nell’Aula Paolo VI. «E purtroppo stamattina», aggiunge, «è giunta notizia di violenze omicide nella Repubblica Centrafricana contro la comunità cristiana. Auspico che cessi ogni forma di odio e di violenza e non si ripetano più crimini così vergognosi, perpetrati nei luoghi di culto, dove i fedeli si radunano per pregare». Invita a pensare «ai nostri fratelli e sorelle in Nigeria, nella Repubblica Centrafricana» e a pregare per loro esortando tutti a recitare insieme un’Ave Maria.
Dopo la lettura del brano del Vangelo di Luca sulla donna peccatrice alla quale «sono perdonati i suoi peccati perché ha molto amato», Francesco ha proseguito il ciclo di catechesi sulla speranza cristiana. Scribi e farisei mormorano contro Gesù quando incontra la peccatrice che è entrata in casa di Simone, si è chinata ai piedi di Gesù e ha versato sui suoi piedi olio profumato. «Questa simpatia di Gesù per gli esclusi, gli intoccabili, sarà una delle cose che più sconcerteranno i suoi contemporanei: laddove c’è una persona che soffre Gesù se ne fa carico», ricorda il Papa che sottolinea come l’atteggiamento di Cristo è molto diverso da quello degli stoici che invitano a sopportare la sofferenza: «Laddove c’è un uomo o una donna che soffre Gesù vuole la sua guarigione, la sua liberazione, la sua vita piena».
Non si tratta di guarigione solo da un male fisico, ma anche da un male spirituale, dalla condizione di peccato. E quante persone, anche oggi, osserva il Papa, «perdurano in una vita sbagliata perché non trovano nessuno disposto a guardali con il cuore di Dio, cioè con speranza». Gesù «vede una possibilità di resurrezione anche in chi ha accumulato tante scelte sbagliate» e «spalanca quella misericordia che ha nel cuore: perdona, abbraccia, capisce». Gesù per prima cosa libera la peccatrice da «quel senso di oppressione, di sentirsi sbagliata».
Papa Francesco abbraccia un fedele durante l'udienza generale
«La missione della Chiesa è essere ospedale da campo»
L'atteggiamento di Gesù scandalizza gli scribi e la loro reazione ricorda al Papa quella di «tanti cattolici che si credono perfetti e disprezzano gli altri: è triste questo. Dovremmo ricordarci - esorta Francesco - di quanto siamo costati all'amore di Dio», poiché Gesù ha dato la vita per ciascuno di noi. «Gesù non va in croce perché sana i malati», ma «perché perdona i peccati, perché vuole la liberazione totale, definitiva del cuore dell’uomo, perché non accetta che l’essere umano consumi tutta la sua esistenza con il tatuaggio incancellabile di non essere accolto dal cuore di Dio».
Nei saluti ai pellegrini di lingua araba ribadisce proprio questo: «Gesù», dice, «non ha fondato una chiesa composta da persone buone e giuste, ma da peccatori e da deboli che hanno sperimentato la misericordia di Dio e cercano di vivere la sua volontà, attraverso i sentieri della loro vita quotidiana. Quindi la missione primaria e fondamentale della Chiesa è quella di essere un “ospedale da campo”, e un luogo di guarigione, di misericordia e di perdono e di essere la fonte di speranza per tutti i sofferenti, i disperati, i poveri, i peccatori, e gli scartati». Infine, ricorda ancora il Papa, non solo Gesù offre ai peccatori una speranza concreta, ma proprio fra quei peccatori pentiti scegli i suoi primi discepoli. Francesco cita Matteo il pubblicano diventato apostolo di Cristo, Zaccheo ricco corrotto che «sicuramente aveva una laurea in tangenti», la donna di Samaria «che aveva avuto cinque mariti e ora convive con un altro» si sente promettere un’acqua viva che per sempre sgorgherà dentro di lei.