Inutile illudersi, senza Cristo non si può essere cristiani. Ci sono persone che si «mascherano da cristiani» che «non sanno cosa sia il Signore, non sanno cosa sia la roccia, non hanno la libertà dei cristiani. E, per dirlo un po’ semplicemente, non hanno gioia».
È stato questo il pensiero di papa Francesco nell’omelia della messa celebrata giovedì mattina nella Casa Santa Marta insieme al cardinale arcivescovo di Aparecida, Raimundo Damasceno Assis, e alla presenza, tra i fedeli, del personale della Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano, accompagnato dal dottor Patrizio Polisca.
Il Pontefice si è soffermato su due categorie, all’apparenza opposte, di cristiani: quelli rigidi e tristi, da una parte, e quelli allegri ma senza avere idea della gioia cristiana, dall’altra. In realtà, ha detto il pontefice, entrambi sono accomunati dal fatto che il loro cristianesimo è fatto di parole e non si basa sulla “roccia” della parola di Cristo.
«Nella storia della Chiesa», ha avvertito, «ci sono state due classi di cristiani: i cristiani di parole – quelli “Signore, Signore, Signore” – e i cristiani di azione, in verità. Sempre c’è stata la tentazione di vivere il nostro cristianesimo fuori della roccia che è Cristo. L’unico che ci dà la libertà per dire “Padre” a Dio è Cristo o la roccia. È l’unico che ci sostiene nei momenti difficili, no? Come dice Gesù: cade la pioggia, straripano i fiumi, soffiano i venti, ma quando è la roccia è sicurezza, quando sono le parole, le parole volano, non servono. Ma è la tentazione di questi cristiani di parole, di un cristianesimo senza Gesù, un cristianesimo senza Cristo. E questo è accaduto e accade oggi nella Chiesa: essere cristiani senza Cristo».
I «cristiani di parole», dice il Papa, sono coloro che «guardano il pavimento» e hanno uno stile di vita inamidato: «Questa tentazione oggi c’è. Cristiani superficiali che credono, sì Dio, Cristo, ma troppo “diffuso”: non è Gesù Cristo quello che ti dà fondamento. Sono gli gnostici moderni. La tentazione dello gnosticismo. Un cristianesimo “liquido”. D’altra parte, sono quelli che credono che la vita cristiana si debba prendere tanto sul serio che finiscono per confondere solidità, fermezza, con rigidità. Sono i rigidi! Questo pensano che per essere cristiano sia necessario mettersi in lutto, sempre».
Per il Papa sono tutti modi sbagliati di vivere la fede: «Gli altri vivono in una continua veglia funebre, ma non sanno cosa sia la gioia cristiana», ha detto, «non sanno godere la vita che Gesù ci dà, perché non sanno parlare con Gesù. Non si sentono su Gesù, con quella fermezza che dà la presenza di Gesù. E non solo non hanno gioia: non hanno libertà. Questi sono schiavi della superficialità, di questa vita diffusa, e questi sono schiavi della rigidità, non sono liberi. Nella loro vita, lo Spirito Santo non trova posto. È lo Spirito che ci dà la libertà! Il Signore oggi ci invita a costruire la nostra vita cristiana su Lui, la roccia, quello che ci dà la libertà, quello che ci invia lo Spirito, quello che ti fa andare avanti con la gioia, nel suo cammino, nelle sue proposte».