Invita a pregare per la pace e «in modo speciale per il popolo ucraino». Ricorda la Giornata mondiale di preghiera per la custodia del creato, che si celebra il 1° settembre, ed esprime preoccupazione per l’Iraq «dopo i violenti avvenimenti verificatisi a Baghdad negli ultimi giorni».
Papa Francesco all’udienza generale nell’Aula Paolo VI inizia un nuovo ciclo di catechesi dedicato al discernimento, uno dei capisaldi della spiritualità dei Gesuiti. «Noi non ci troviamo davanti, già impacchettata, la vita che dobbiamo vivere», avverte il Papa. Occorre praticale il discernimento che però «comporta una fatica», perché «Dio ci invita a valutare e a scegliere: ci ha creato liberi e vuole che esercitiamo la nostra libertà. Per questo, discernere è impegnativo».
Il Pontefice è entrato nell'Aula Nervi seduto su una sedia a rotelle a causa della perdurante gonalgia che ieri lo ha costretto a celebrare seduto la Messa in San Pietro con i cardinali di tutto il mondo convocati a Roma per l’incontro sulla riforma della Curia Romana e per il Concistoro di sabato scorso.
«Abbiamo fatto spesso questa esperienza: scegliere qualcosa che ci sembrava bene e invece non lo era. Oppure sapere quale fosse il nostro vero bene e non sceglierlo», sottolinea il Papa con un esempio concreto, «l’uomo, a differenza degli animali, può sbagliarsi, può non voler scegliere in maniera corretta: è la libertà. La Bibbia lo mostra fin dalle sue prime pagine. Dio dà all’uomo una precisa istruzione: se vuoi vivere, se vuoi gustare la vita, ricordati che sei creatura, che non sei tu il criterio del bene e del male e che le scelte che farai avranno una conseguenza, per te, per altri e per il mondo; puoi rendere la terra un giardino magnifico o puoi farne un deserto di morte. Un insegnamento fondamentale: non a caso è il primo dialogo tra Dio e l’uomo».
Un discernimento «dove il Signore dà una missione», commenta a braccio: «e l’uomo, ogni passo che fa, deve discernere quale decisione prendere. Discernimento è quella riflessione della mente e del cuore che noi dobbiamo fare prima di prendere una decisione». Per il Papa, «il discernimento è faticoso ma indispensabile per vivere. Richiede che io mi conosca, che sappia cosa è bene per me qui e ora. Richiede soprattutto un rapporto filiale con Dio». Dio, ricorda, «è Padre e non ci lascia soli, è sempre disposto a consigliarci, a incoraggiarci, ad accoglierci. Ma non impone mai il suo volere. Perché? Perché vuole essere amato, non temuto: e anche Dio ci vuole figli, non schiavi, ma figli liberi. E l’amore si può vivere solo nella libertà. Per imparare a vivere si deve imparare ad amare, e per questo è necessario discernere: cosa fare adesso? Davanti a questa alternativa possiamo fare più maturità nell’amore. Che lo Spirito Santo ci guidi! Invochiamolo ogni giorno, specialmente quando dobbiamo fare delle scelte».
Bergoglio rimarca che «discernere è un atto importante che riguarda tutti, perché le scelte sono parte essenziale della vita: si sceglie un cibo, un vestito, un percorso di studi, un lavoro, una relazione», prosegue, «In tutto questo si concretizza un progetto di vita, e anche la nostra relazione con Dio». Nella vita, si presentano «situazioni inattese, non programmate, dove è fondamentale riconoscere l’importanza e l’urgenza di una decisione da prendere», sottolinea il Papa, che aggiunge ancora a braccio: «Le decisioni che ognuno di noi deve prendere: possiamo chiedere un consiglio, ma la decisione è propria. Non si può prendere una decisione perché l’ha detto mio marito, l’ha detto mia moglie… Ognuno di noi deve decidere. Per questo è importante saper discernere: per decidere bene è necessario saper discernere».
Nel Vangelo, ha ricordato il Pontefice, «Gesù parla del discernimento con immagini tratte dalla vita ordinaria; ad esempio, descrive i pescatori che selezionano i pesci buoni e scartano quelli cattivi; o il mercante che sa individuare, tra tante perle, quella di maggior valore. O colui che, arando un campo, si imbatte in qualcosa che si rivela essere un tesoro. Alla luce di questi esempi, il discernimento si presenta come un esercizio d’intelligenza, di perizia e anche di volontà, per cogliere il momento favorevole: queste sono condizioni per operare una buona scelta», spiega Francesco: «E c’è anche un costo richiesto perché il discernimento possa diventare operativo. Per svolgere al meglio il proprio mestiere, il pescatore mette in conto la fatica, le lunghe notti trascorse in mare, e poi il fatto di scartare parte del pescato, accettando una perdita del profitto per il bene di coloro a cui è destinato. Il mercante di perle non esita a spendere tutto per comprare quella perla; e lo stesso fa l’uomo che si è imbattuto in un tesoro».
«Prendere una decisione giusta porta sempre una gioia finale»
Se non è facile compiere una decisione giusta, il frutto, sottolinea il Papa, è molto gratificante perché, spiega, «in una decisione giusta si incontra la volontà di Dio con la nostra volontà: prendere la giusta decisione, fare discernimento, è fare questo incontro, il tempo con l’eterno». E aggiunge: «Prendere una decisone bella, giusta, ti porta sempre una gioia finale: forse nel cammino si deve soffrire un po’, ma alla fine c’è gioia», assicura parlando ancora a braccio e ricordando che il Vangelo «suggerisce un altro aspetto importante del discernimento: esso coinvolge gli affetti. Chi ha trovato il tesoro non avverte la difficoltà di vendere tutto, tanto grande è la sua gioia. Il termine impiegato dall’evangelista Matteo indica una gioia del tutto speciale, che nessuna realtà umana può dare; e difatti ritorna in pochissimi altri passi del Vangelo, che rimandano tutti all’incontro con Dio. È la gioia dei Magi quando, dopo un lungo e faticoso viaggio, rivedono la stella; è la gioia delle donne che tornano dal sepolcro vuoto dopo aver ascoltato l’annuncio della risurrezione da parte dell’angelo. È la gioia di chi ha trovato il Signore».
Nel giudizio finale, ricorda, «Dio opererà un discernimento nei nostri. Le immagini del contadino, del pescatore e del mercante sono esempi di ciò che accade nel Regno dei cieli, un Regno che si manifesta nelle azioni ordinarie della vita, che richiedono di prendere posizione. Per questo è così importante saper discernere: le grandi scelte possono nascere da circostanze a prima vista secondarie, ma che si rivelano decisive».
L’esempio citato è quello del primo incontro di Andrea e Giovanni con Gesù, un incontro che nasce da una semplice domanda: “Rabbì, dove abiti?” – “Venite e vedrete”. «Uno scambio brevissimo, ma è l’inizio di un cambiamento che, passo a passo, segnerà tutta la vita», commenta il Papa: «A distanza di anni, l’evangelista continuerà a ricordare quell’incontro che lo ha cambiato per sempre, ricorderà anche l’ora: “Erano circa le quattro del pomeriggio”. È l’ora in cui il tempo e l’eterno si sono incontrati nella sua vita. Conoscenza, esperienza, affetti, volontà: ecco alcuni elementi indispensabili del discernimento. Nel corso di queste catechesi ne vedremo altri, altrettanto importanti».
Al termine della catechesi, nei saluti in varie lingue ai pellegrini, il Pontefice ha ricordato alcuni temi dell’attualità: «Domani», ha detto rivolgendosi ai fedeli di lingua italiana, «celebreremo la Giornata mondiale di preghiera per la custodia del creato, che si concluderà il 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi. Il tema di quest’anno, “Ascolta la voce del creato” – l’auspicio di Francesco – possa favorire in tutti l’impegno concreto di prendersi cura della nostra casa comune. In balia dei nostri eccessi consumistici – il grido d’allarme del Papa – la nostra sorella madre terra geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione. Preghiamo affinché i vertici Cop 27 e Cop15 possano unire la famiglia umana nell’affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della distruzione della biodiversità».
Rivolgendosi ai pellegrini polacchi il Papa ha ricordato che domani in Polonia si ricorda «l’anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che ha segnato così dolorosamente la nazione polacca. E oggi stiamo vivendo la terza», ha aggiunto a braccio, «la memoria delle esperienze passate vi spinga a coltivare la pace in voi stessi, nelle famiglie, nella vita sociale e internazionale», l’auspicio di Francesco, che poi ha aggiunto a braccio: «Preghiamo in modo speciale per il popolo ucraino».
Bergoglio ha poi rivolto un saluto speciale «ai fedeli di Rieti e di Amatrice. La vostra presenza evoca alla mia mente il terremoto del 24 agosto di sei anni fa che ha colpito Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto». «Nel ricordare nella preghiera i morti, rinnovo sentita vicinanza ai familiari», ha aggiunto il Pontefice. «Auspico che prosegua l'aiuto delle istituzioni e delle persone di buona volontà, affinché la vita possa rinascere in questi territori».
Infine, il Pontefice ha rivolto un pensiero all’Iraq: «Seguo con preoccupazione i violenti avvenimenti verificatisi a Baghdad negli ultimi giorni», ha detto, «domandiamo a Dio nella preghiera di donare pace alla popolazione irachena», ha proseguito. «L'anno scorso ho avuto la gioia di visitarla e ho sentito da vicino il grande desiderio di normalità e di convivenza pacifica tra le diverse comunità religiose che la compongono. Dialogo e fraternità sono la via maestra per affrontare le attuali difficoltà e arrivare a questa meta».