Papa
Francesco ha cominciato a cambiare la fisionomia della Curia romana
senza aspettare la riunione, in programma i primi di ottobre, della
Commissione degli otto cardinali da lui incaricati di ripensare la
struttura dei dicasteri romani. Ma non si tratta di una decisione
personale. Si sa che le consultazioni con gli otto sono andate avanti
per tutta l’estate anche attraverso una serie di conference call.
La Commissione, come ha rivelato lo stesso Bergoglio nell’intervista a La
Civiltà Cattolica, è stata un’idea nata nelle discussioni dei
cardinali riuniti nelle Congregazioni prima del Conclave. Quindi
comincia a prendere consistenza la Curia di Francesco. I vertici di
tutti i dicasteri avevano automaticamente rimesso il mandato nelle
mani del nuovo Papa come previsto dalla prassi canonica quando cambia
il Pontefice. Bergoglio in questi mesi ha confermato in alcuni casi
gli incarichi e in altri casi, come per il Segretario di Stato, ha
cambiato.
Anche con le nomine di sabato il Papa prosegue su
questa strada. Ha confermato il vertice della Congregazione per la
Dottrina della fede con a capo il prefetto mons. Gerhard Mueller,
l’autore del volume che in pratica riabilita la teologia della
liberazione e che è stato al centro di un ampio dibattito nelle
scorse settimane, in occasione della pubblicazione italiana del
volume, con anche la clamorosa intervista del padre della Teologia
della liberazione, Gustavo Gutierrez, all’Osservatore Romano. Nella
decisioni relative all’ex Sant’Uffizio vi è una novità
importante. È stato nominato segretario aggiunto monsignor Augustin
Di Noia, che finora era vice-presidente della speciale commissione
“Ecclesia Dei” voluta da Wojtyla per trattare con i lefebvriani e
rafforzata nel tempo da Joseph Ratzinger. Ebbene Francesco riporta
all’interno della Congregazione per la dottrina della fede il
problema dei seguaci del vescovo scismatico, dopo la cancellazione
delle scomuniche da parte di Ratzinger. La commissione “Ecclesia Dei” rimane (il suo presidente è proprio Mueller), ma
ridimensionata nella sostanza e nella forma, fanno notare fonti
vaticane.
Francesco ha anche spostato il cardinale Mauro Piacenza da
capo della Congregazione per il clero a penitenziere maggiore. Al
vertice del clero va mons. Beniamino Stella, presidente della
Pontificia accademia ecclesiastica, l’istituzione vaticana che
forma gli ambasciatori del Papa, che viene invece affidata a mons.
Giampiero Gloder, l’uomo che in Segreteria di Stato sovrintendeva
alla redazione dei discorsi del Papa.
Bergoglio ha anche cambiato il
vertice del Sinodo dei vescovi, mandando l’attuale responsabile
mons. Eterovic come nunzio in Germania e al suo posto va mons.
Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i clero e
segretario del Conclave che ha eletto Bergoglio.
Il Papa aveva
lamentato nell’intervista a La Civiltà Cattolica, riguardo al
lavori del Sinodo, una certa staticità di impegno e di prospettive.
Ha invece riconfermato l’intero vertice della Congregazione per
l’evangelizzazione dei popoli, l’ex Propaganda Fide, dove rimane
il cardinale Fernando Filoni, che era stato nunzio a Bagdad al tempo
della seconda guerra del Golfo. Una nomina importante è anche quella
di monsignor Mauro Rivella a delegato della sessione ordinaria dell’Apsa,
l’amministrazione del patrimonio della Santa Sede. Rivella è un
sacerdote piemontese che era stato capo dell’ufficio giuridico
della Cei e poi sottosegretario della Conferenza Episcopale. L’anno
scorso era tornato a fare il parroco a Chieri. Adesso
dopo nemmeno un anno Papa Francesco lo nomina in un ruolo molto
delicato. Il delegato ordinario dell’Apsa, infatti, si occupa degli immobili della Santa Sede,
degli affitti e dei contratti.
Mauro Rivella è nato a Moncalieri, alle porte di Torino, il 23 luglio 1963. Trasferitosi da bambino nel capoluogo piemontese, è cresciuto in periferia, nel quartiere di Mirafiori Sud, a ridosso degli stabilimenti Fiat, parrocchia Santi apostoli, una chiesa che (caso curioso e al tempo stesso emblematico di un epoca, di un clima) sorge in via Palmiro Togliatti, non lontano da corso Unione Sovietica. E' stato ordinato sacerdote dal cardinale Anastasio Ballestrero il 22 maggio 1988.