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domenica 28 maggio 2023
 
 

Il Papa e il diaconato permanente per le donne

20/05/2016  Papa Francesco, rispondendo a una domanda sulla possibilità di conferire il diaconato permanente alle donne, si è detto d’accordo a costituire una commissione ufficiale che studi la questione. Abbiamo chiesto un parere alla teologa Cristina Simonelli.

Durante l’udienza con le religiose dell’Unione internazionale Superiore generali, il 12 maggio, papa Francesco, rispondendo a una domanda sulla possibilità di conferire il diaconato permanente alle donne, si è detto d’accordo a costituire una commissione ufficiale che studi la questione. Abbiamo chiesto un parere a Cristina Simonelli, presidente del Coordinamento teologhe italiane.

Dal 12 maggio la notizia del dialogo tra le Superiore generali e papa Francesco ha avuto una diffusione virale, concentrata quasi unicamente sulle prime due domande: il ruolo delle donne nella Chiesa, con riferimento anche al diaconato permanente. Francesco, nella forma diretta e spontanea abituale, ha accolto il suggerimento, affermando che si aprirà una «commissione ufficiale» e aggiungendo che il diritto canonico è uno strumento e certo può cambiare (come del resto è sempre, sia pure lentamente, successo).
Una prima ri˜flessione si impone sulle reazioni, che pare abbiano stupito lo stesso Pontece: sarebbero da studiare di per sé, a fianco del dibattito sul diaconato, maschile o femminile che sia. Infatti dicono in primo luogo che i più, anche coloro che non conoscono i sottili meccanismi della disciplina ecclesiastica e della teologia, pensano semplicemente che sarebbe ora di smettere di fare dei ruoli ministeriali una riserva per soli uomini. Anche tutte le precipitose puntualizzazioni a seguire, con l’ansia di serrare i ranghi e restringere le interpretazioni sono eloquenti: sembra che si possa parlare di tante cose, ma lasciando immobile il tema “clero” (episcopato, presbiterato, diaconato). Ma non sarà possibile tenere a lungo questa posizione.
Nell’insieme il dialogo realizza una trama significativa, complessa e a tratti contraddittoria, così come lo è il quadro interpretativo di riferimento (cfr. www.teologhe.org): la via della prassi, con il riconoscimento del ruolo già svolto da molte donne nella Chiesa, è interessante. Così come lo è il richiamo al ruolo delle diaconesse nella chiesa antica. Stupisce però che di fronte a molti studi sul tema (penso a Moira Scimmi e Serena Noceti, fra le altre) il Papa possa riferirsi solo a un colloquio estemporaneo con un professore. Sarà determinante per un esito corretto che nella commissione di studio (che ormai certo si farà) vi siano anche teologhe critiche. Anche le sorelle dell’Uisg hanno del resto chiesto che nella Congregazione a esse preposta non si parli più «di loro» ma «con loro» e Francesco ha detto che dovranno entrare a far parte della sua Assemblea.
L’articolazione infatti delle domande e delle risposte – pur non esente da fantasmi quali la paura del femminismo e la stima per il cosiddetto “genio femminile” – è stata ampia e franca, a comprendere anche l’uso del denaro nelle diocesi e lo statuto profetico della vita consacrata. Il Papa a questo proposito ha affermato che ora con le suore non ci sono problemi, sottintendendo che i con˜flitti con le religiose Usa si possono archiviare: brave sorelle, che hanno parlato per tutte e tutti!

 
 
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