Jorge
Mario Bergoglio – dopo la visita di sabato pomeriggio – torna
lunedì mattina a Caserta per incontrare il pastore Giovanni
Traettino, presidente della Chiesa evangelica della riconciliazione,
una delle chiese protestanti pentecostaliste, la realtà più nuova,
più movimentista, meno dogmatica del protestantesimo mondiale e
anche italiano. Conosce il pastore dal 2006, quando Traettino
partecipò a Buenos Aires ad un incontro ecumenico tra cattolici ed
“evangelical”, cioè la corrente pentecostale del protestantesimo
molto diffusa in America latina a cui fanno capo molte Chiese,
comprese quelle dei telepredicatori, spesso definite “sette”, che
negli ultimi decenni hanno portato via molti fedeli alla Chiesa
cattolica.
L’entusiasmo dei pentecostali è una sfida soprattutto
in America latina e i vescovi del continente lo hanno capito, aprendo
con loro un dialogo. Lo ha fatto Bergoglio da cardinale in Argentina
e lo hanno fatto i vescovi brasiliani, dove il fenomeno dei
carismatici pentecostali è molto diffuso. Si tratta di Chiese molto
criticate, che considerano il fenomeno religioso dal punto di vista
soprattutto delle emozioni, a volte ai limiti dell’isteria,
accusate di vendere la fede in uno sorta di supermarket del sacro,
con una lettura della Bibbia fondamentalista, con il rischio di
manipolazioni soprattutto delle masse più povere. In America Latina
sono diventate un fenomeno clamoroso, con la quale la Chiesa
cattolica non si può più evitare di fare i conti.
Anche Clodovis
Boff, uno dei maggiori esponenti della teologia della liberazione,
pur critico della arroganza e del rigorismo dei telepredicatori, ha
spiegato tuttavia che il bilancio delle cose positive supera quello
delle ombre. Le chiese pentecostali consolano i poveri, li aiutano,
sono vicini alle classi più diseredate e in ogni caso, annota Boff,
“annunciano Cristo”. Dunque bisogna farci i conti. Bergoglio è
di questa idea e l’ha sperimentata più volte in Argentina. Si
tratta della realtà più vivace dei cristiani protestanti. I
carismatici sono ormai due terzi dei protestanti, 600 milioni di
fedeli, cioè un terzo dei due miliardi di cristiani, cattolici
compresi, che ci sono nel mondo.
Nel mondo protestante i rapporti tra
loro e le denominazioni “storiche” degli evangelici non sono
facili. I pentecostali le accusano di addormentare la fede, di avere
poco entusiasmo evangelico, di essere tristi e di non essere in grado
di diffondere la gioia della fede. Anche in Italia avviene la stessa
cosa. Sono diventate maggioritarie nel mondo protestante, circa 200
mila fedeli, più di tutti gli altri protestanti messi insieme. E
macinano conversioni. E anche da noi il rapporto con il
protestantesimo tradizionale non è facile. La Federazione delle
Chiese pentecostali ha sospeso recentemente il dialogo con valdesi e
metodisti dopo la benedizione di una coppia gay nella chiesa valdese
di Milano, esprimendo «netta contrarietà sul piano biblico e
teologico al riconoscimento di questo tipo di unione».
Nei giorni
scorsi il mondo protestante tradizionale italiano ha criticato
l’incontro tra il pastore Traettino e Papa Francesco. In una
lettera molto severa pubblicata al termine di un seminario di studio
ad Aversa, due passi da Caserta, hanno criticato le “aperture
ecumeniche” da parte di “ambienti evangelici e pentecostali
internazionali e nazionali nei confronti della Chiesa cattolica
romana e del suo attuale Pontefice”, come “incompatibile con
l’insegnamento della Scrittura”.