«Rivolgo un immenso grazie a papa Francesco per avere a cuore gli ultimi e gli scartati. La donazione andrà a sostenere le nostre attività contro la tratta delle giovani donne e per la loro liberazione dalla schiavitù della prostituzione». Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha accolto con gioia la scelta di papa Francesco di destinare all'opera di don Benzi una parte del ricavato dell'asta di una Lamborghini che mercoledì 15 novembre la casa automobilistica di Sant'Agata Bolognese ha donato a Jorge Mario Bergoglio. L'auto verrà battuta all'asta da Sotheby's e il ricavato consegnato al Santo Padre, il quale ha deciso di destinarlo a tre progetti, tra cui, appunto, quello della Papa Giovanni XXIII. Papa Francesco ha anche apposto la sua firma sul cofano dell'auto.
La Lamborghini ha regalato un numero unico del modello Huracan. Il prezzo di listino è di 206.790 euro, ma il valore è destinato a salite visto il contesto e l'unicità dell'auto. Jorge Mario Bergoglio ha stabilito di destinare quanto verrà ricavato dall'asta lo per la ricostruzione della Piana di Ninive in Iraq (per mezzo della Fondazione di diritto pontificio "Aiuto alla Chiesa che Soffre") e garantire così il ritorno dei cristiani alle loro radici, dopo un triennio vissuto da sfollati interni nel Kurdistan iracheno; per la Comunità Papa Giovanni XXIII (donne vittime della tratta e della prostituzione) nel decennale della morte di Don Oreste Benzi e nel cinquantesimo anniversario (2018) della fondazione della Comunità stessa; per due associazioni italiane che svolgono attività soprattutto in Africa, la Gicam del professor Marco Lanzetta (chirurgia della mano) e Amici del Centrafrica, che da anni operano con progetti dedicati soprattutto a donne e bambini.
«Abbiamo ancora impresse negli occhi le immagini dell’incontro straordinario e sorprendente del Santo Padre con venti ragazze liberate dalla schiavitù della tratta e della prostituzione», ha osservato Ramonda. «Era l’agosto 2016, in occasione di uno dei “venerdì della misericordia". Si recò in visita alla Casa di prima accoglienza di Roma della Comunità Giovanni XXIII, dove risiedono donne strappate dal marciapiede. Ricordiamo con grande emozione l’abbraccio del Papa a queste donne che hanno sperimentato ogni tipo di violenza e la sua disponibilità ad ascoltare i loro drammi. L’iniziativa finanziata grazie alla scelta del Pontefice si pone in linea di continuità con quel gesto di misericordia. È per questo che intitoleremo a lui una delle nostre Case di rifugio e accoglienza. Si chiamerà “Casa Papa Francesco”».
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha liberato dalla strada e accolto oltre 7000 ragazze vittime del racket della prostituzione. Ogni settimana è presente con 21 unità di strada e 100 volontari per incontrare le persone che si prostituiscono. Promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l'iniziativa Questo è il mio corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione . La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e sanzionando i clienti delle persone che si prostituiscono.