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mercoledì 22 gennaio 2025
 
udienza generale
 

«Fate prediche brevi, non più di otto-dieci minuti»

04/12/2024  Papa Francesco ricorda che per evangelizzare non dobbiamo predicare noi stessi. Poi, per la prima volta, legge la catechesi tradotta in cinese e chiede di pregare per la pace perché la «guerra è una sconfitta umana»

«Non bisogna portare se stessi, ma predicare il Vangelo». Per questo papa Francesco, nella sua catechesi del mercoledì ricorda che le omelie devono essere brevi, non più di otto-dieci minuti. Anche per evitare che qualcuno vada fuori a fumare una sigaretta. Bergoglio spiega l’azione evangelizzatrice dello Spirito Santo e sottolinea che è affidata a due azioni che dipendono da noi. Innanzitutto la preghiera perché lo Spirito Santo viene dato a chi lo invoca. E poi la predicazione che deve sempre essere il portare la Parola di Dio e non la nostra.

Per la prima volta, questo mercoledì, la catechesi viene tradotta anche in lingua cinese. Il Papa saluta con affetto la comunità presente e quella che segue attraverso i mezzi di comunicazione, particolarmente felice di questa introduzione già annunciata lo scorso mercoledì.

Sull’azione dello Spirito spiega che, «dopo aver riflettuto sul quella santificatrice e carismatica», vale la pena riflettere «sull’opera evangelizzatrice dello Spirito Santo, cioè sul suo ruolo nella predicazione della Chiesa». Richiama la prima Lettera di Pietro che «definisce gli apostoli “coloro che hanno annunciato il Vangelo mediante lo Spirito Santo”» e sottolinea che «in questa espressione troviamo i due elementi costitutivi della predicazione cristiana: il suo contenuto, che è il Vangelo, e il suo mezzo, che è lo Spirito Santo». Ricorda i due significati della la parola “Vangelo” che «può indicare ognuno dei quattro Vangeli canonici: Matteo, Marco, Luca e Giovanni, e in questa accezione per Vangelo si intende la buona notizia proclamata da Gesù durante la sua vita terrena». MA, dopo la Pasqua, «la parola “Vangelo” assume il nuovo significato di buona notizia su Gesù, cioè il mistero pasquale della morte e risurrezione di Cristo. Questo è ciò che l’Apostolo chiama “Vangelo”, quando scrive: “Io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”».

Insiste sulla preghiera e sul comandamento dell’amore, papa Francesco. «sul kerygma, o “proclamazione”, da cui dipende ogni applicazione morale».

Infine Francesco ricorda le guerre. «Per favore», dice, «continuiamo a pregare per la pace. La guerra è una sconfitta umana. La guerra non risolve i problemi. La guerra è cattiva. La guerra distrugge. Preghiamo per i Paesi in guerra. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, Israele, il Myanmar. Tanti bambini morti, tanti innocenti morti. Preghiamo perché il Signore ci faccia arrivare alla pace. Preghiamo sempre per la pace».

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