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lunedì 09 settembre 2024
 
 

Il Papa festeggia con tre clochard

17/12/2013  C’erano anche tre persone senza fissa dimora che soggiornano nel quartiere vicino al Vaticano alla messa di martedì mattina a Santa Marta e alla colazione che è seguita nel giorno in cui Francesco ha festeggiato il suo 77esimo compleanno. «Dio», ha detto nell’omelia, «ha fatto la sua storia con noi, ha preso il nostro cognome. La sua gioia è stata condividere la sua vita con noi. Questo è il Natale»

Una giornata speciale quella di martedì per Francesco che ha vissuto il suo primo compleanno da Papa.
E per l’occasione Bergoglio – che ha ricevuto auguri da tutto il mondo – ha voluto che alla messa che celebra ogni mattina a Santa Marta fosse presente il personale della stessa Casa, per dare alla celebrazione un clima particolarmente familiare. Il Vangelo del giorno, ricco dei nomi degli antenati di Gesù, ha dato occasione al Papa per ricordare affettuosamente nel corso dell’omelia anche i nomi di alcuni dei dipendenti presenti.

Ha concelebrato con il Papa il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Angelo Sodano, in rappresentanza del Sacro Collegio. Dopo la messa, come di abitudine, il Papa ha salutato tutti personalmente. Il segretario di Stato, mons. Pietro Parolin ha fatto gli auguri al Papa anche a nome dei suoi collaboratori nella Segreteria di Stato. Agli auguri si è unito l’elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, che ha presentato al Papa tre persone senza fissa dimora che soggiornano nel quartiere vicino al Vaticano. I presenti, con il direttore della Casa Santa Marta, hanno accompagnato gli auguri al Papa con un canto.

Nell’omelia il Papa si è soffermato sul senso del Vangelo: «Qualcuno», ha detto, «una volta ho sentito che diceva: “Ma questo brano del Vangelo sembra l’elenco telefonico!” E no, è tutt’altra cosa: questo brano del Vangelo è pura storia e ha un argomento importante. È pura storia, perché Dio, come diceva San Leone Papa, Dio ha inviato il suo Figlio. E Gesù è consustanziale al Padre, Dio, ma anche consustanziale alla Madre, una donna. E questa è quella consustanzialità della Madre. Dio si è fatto storia. Dio ha voluto farsi storia. È con noi. Ha fatto il cammino con noi».

Dopo il primo peccato nel Paradiso, ha sottolineato il Papa, «Lui ha avuto questa idea: fare il cammino con noi». Ha chiamato Abramo, «il primo nominato in questa lista» e «lo ha invitato a camminare». E Abramo «ha incominciato quel cammino». E poi Isacco, Giacobbe, Giuda. «E così va questo cammino nella storia». Dio, ha affermato il Papa, «cammina con il suo popolo. Dio non ha voluto venire a salvarci senza storia. Lui ha voluto fare storia con noi». In questo elenco ci sono santi, ma anche peccatori: «I peccatori di alto livello, che hanno fatto peccati grossi. E Dio ha fatto storia con loro. Peccatori, che non hanno risposto a tutto quello che Dio pensava per loro. Pensiamo a Salomone, tanto grande, tanto intelligente, e finì, poveraccio, lì, che non sapeva come si chiamava! Ma Dio era con lui. E questo è il bello, no? Dio è consustanziale a noi. Fa storia con noi. Di più: quando Dio vuol dire chi è, dice “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e Giacobbe”. Ma qual è il cognome di Dio? Siamo noi, ognuno di noi. Lui prende da noi il nome per farlo il suo cognome. “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Pedro, di Marietta, di Armony, di Marisa, di Simone, di tutti!” Da noi prende il cognome. Il cognome di Dio è ognuno di noi».

«Lui, il nostro Dio – ha soggiunto – ha fatto storia con noi, ha preso il cognome dal nostro nome». E questo, ha detto, fa commuovere: «La sua gioia è stata condividere la sua vita con noi. Il Libro della Sapienza dice che la gioia del Signore è fra i figli dell’uomo, con noi. Avvicinandosi il Natale, viene da pensare: se Lui ha fatto la sua storia con noi, se Lui ha preso il suo cognome da noi, se Lui ha lasciato che noi scrivessimo la sua storia, almeno lasciamo, noi, che Lui ci scriva la nostra storia. E quella è la santità: “Lasciare che il Signore ci scriva la nostra storia”. E questo è un augurio di Natale per tutti noi. Che il Signore ti scriva la storia e che tu lasci che Lui te la scriva. Così sia!»

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