Nella catechesi dell’udienza generale papa Francesco mette in guardia dall’attaccamento alle false speranze e agli idoli, tra cui il denaro, e un po’ a sorpresa, avverte personalmente i fedeli di diffidare da quei «furboni e delinquenti», così li chiama, che vendono biglietti per le udienze generali in Vaticano che sono sempre gratis. «Devo dirvi una cosa che non vorrei dirla, ma devo dirla, - ha detto nell’aula Paolo VI, davanti a oltre seimila persone - per entrare alle udienze ci sono i biglietti di entrata, è scritto nei biglietti: in una, due, tre, quattro, cinque e sei lingue si dice “il biglietto è del tutto gratuito”, per entrare in udienza sia in aula che in piazza non si deve pagare, è gratuita è una visita gratuita che si fa al Papa per parlare con il Papa, con il vescovo di Roma, ma ho saputo che ci sono dei furboni eh, che fanno pagare i biglietti, se qualcuno vi dice che per andare in udienza dal Papa c'è bisogno di pagare qualcosa, ti stanno truffando, stai attento, stai attenta, questo è gratuito, qui si viene senza pagare perché questa è casa di tutti e chi dice di far pagare, questo è un reato, non so, ma quell'uomo e quella donna è una delinquente, questo no si fa, capito?».
Proliferano molti siti, in varie lingue, che vendono ticket fasulli anche a 40 dollari per partecipare alle udienze mentre sul sito vaticano della Prefettura della Casa Pontifica (che gestisce si specifica espressamente «che i biglietti d'invito alle Udienze ed alle Cerimonie del Santo Padre sono sempre gratuiti».
L’annuncio “anti bagarini” del Papa è stato molto applaudito dai fedeli ai quali il Pontefice ha rivolto l’invito a fidarsi di Dio anche se, ammette, può arrivare il momento in cui, scontrandosi con le difficoltà della vita, l’uomo sperimenta «la fragilità di quella fiducia e il bisogno di sicurezze tangibili. Lì è il pericolo», dice: quando si è tentati di cercare consolazioni effimere, che sembrano lenire “la fatica del credere”: «E pensiamo di poterle trovare nella sicurezza che può dare il denaro, nelle alleanze con i potenti, nella mondanità, nelle false ideologie. A volte le cerchiamo in un dio che possa piegarsi alle nostre richieste e magicamente intervenire per cambiare la realtà e renderla come noi la vogliamo; un idolo, appunto, che in quanto tale non può fare nulla, impotente e menzognero. Ma a noi piacciono gli idoli, ci piacciono tanto»..
I veggenti di Buenos Aires
Per spiegare l'attaccamento agli idoli e alle false speranze, papa Francesco ha raccontato un episodio circa i veggenti, cui ha assistito a Buenos Aires, e ha ricordato il film Miracolo a Milano: «che faccia, che naso, che bello, e cento lire, e ti fa pagare per avere la falsa speranza». «Una volta a Buenos Aires - ha raccontato - dovevo andare in una chiesa, mille metri più o meno, e l'ho fatto camminando, c'è un parco in mezzo e nel parco c'erano piccoli tavolini, ma tanti eh, tanti, dove c'erano seduti i veggenti, ma c'era pieno di gente, anche facevano la coda erano tanti, gli dava la mano e lui cominciava il discorso, sempre lo stesso 'c'è un uomo nella tua vita, una donna, c'è un'ombra, ma tutto andrà bene e poi pagavi, ma questo dà sicurezza, ma, permettetemi la parola, è una stupidità, 'sono andato dalla veggente mi ha tirato le carte, io so che nessuno di voi fa queste cose, - ha detto sorridendo - mi fa pensare a quel film Miracolo a Milano: ti fa pagare per avere una falsa speranza e noi siamo tanto attaccati, compriamo false speranze, e quella che è la speranza della gratuità di Cristo che ha dato la vita per noi, quella non ci piace tanto».
Poi il Papa racconta un altro aneddoto dei suoi anni in Argentina: «È brutto sentire, e fa dolore, dolore all'anima quello che una volta, anni fa ho sentito nell'altra diocesi (a Buenos Aires, ndr), una donna molto bella, molto bella, e si vantava della bellezza, e commentava come se fosse naturale “eh sì, ho dovuto abortire perché la mia figura è molto importante”, così. Questi - ha sottolineato il Pontefice - sono gli idoli e ci portano sulla strada sbagliata e non ci danno felicità».
Papa Francesco ha contrapposto la fiducia in Dio alla fiducia negli idoli, «simulacri muti», le ideologie con la loro pretesa di assoluto, le ricchezze, eh, questo è un grande idolo, eh, il potere e il successo, la vanità, con la loro illusione di eternità e di onnipotenza, valori come la bellezza fisica e la salute, quando diventano idoli a cui sacrificare ogni cosa, sono tutte realtà - ha ammonito - che confondono la mente e il cuore, e invece di favorire la vita conducono alla morte».
Infine, ha detto il Papa che se si ripone la speranza negli idoli, si diventa come loro: immagini vuote con mani che non toccano, piedi che non camminano, bocche che non possono parlare: «Non si ha più nulla da dire, si diventa incapaci di aiutare, cambiare le cose, incapaci di sorridere, di donarsi, incapaci di amare. E anche noi, uomini di Chiesa, corriamo questo rischio quando ci “mondanizziamo”. Bisogna rimanere nel mondo ma difendersi dalle illusioni del mondo, che sono questi idoli che ho menzionato».