Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 28 aprile 2025
 
il papa
 

«Ho voluto il summit sugli abusi come atto di forte responsabilità pastorale»

17/02/2019  Francesco all’Angelus invita a pregare per l’incontro che si apre giovedì in Vaticano con i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo e ricorda che quella della pedofilia è «una sfida urgente del nostro tempo»

Mette in guardia dall’idolatria, una dinamica che sembra di «altri tempi» e invece descrive «alcuni atteggiamenti contemporanei meglio di molte analisi sociologiche». E invita a pregare per il summit che si apre giovedì prossimo in Vaticano sugli abusi sessuali e la protezione dei minori con i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo ricordando a tutti che questo tema è «una sfida urgente del nostro tempo» e che questo importante incontro «l’ho voluto come atto di forte responsabilità pastorale».

In una piazza San Pietro dall’atmosfera quasi primaverile, papa Francesco all’Angelus si sofferma sul Vangelo odierno che presenta le Beatitudini nella versione di Luca: «Il testo», spiega Bergoglio, «si articola in quattro beatitudini e quattro ammonimenti formulati con l’espressione “guai a voi”. Con queste parole, forti e incisive, Gesù ci apre gli occhi, ci fa vedere con il suo sguardo, al di là delle apparenze, oltre la superficie, e ci insegna a discernere le situazioni con fede. Gesù dichiara beati i poveri, gli affamati, gli afflitti, i perseguitati; e ammonisce coloro che sono ricchi, sazi, ridenti e acclamati dalla gente».

Un capovolgimento radicale che sovverte il modo di ragionare degli uomini: «La ragione di questa paradossale beatitudine», dice Francesco, «sta nel fatto che Dio è vicino a coloro che soffrono e interviene per liberarli dalle loro schiavitù; Gesù vede questo, vede già la beatitudine al di là della realtà negativa. E ugualmente il “guai a voi”, rivolto a quanti oggi se la passano bene, serve a “svegliarli” dal pericoloso inganno dell’egoismo e aprirli alla logica dell’amore, finché sono in tempo».

Per vivere a fondo e nel concreto le beatitudini evangeliche occorre «abbattere gli idoli mondani per aprire il cuore al Dio vivo e vero; Egli solo può dare alla nostra esistenza quella pienezza tanto desiderata eppure difficile da raggiungere». Il Pontefice ricorda che «sono molti, anche ai nostri giorni, quelli che si propongono come dispensatori di felicità: promettono successo in tempi brevi, grandi guadagni a portata di mano, soluzioni magiche ad ogni problema, e così via. E qui è facile scivolare senza accorgersi nel peccato contro il primo comandamento: l’idolatria, sostituire Dio con un idolo».

Francesco smentisce l’idea che «idolatria e idoli» siano cose del passato ma riguardano «tutti i tempi» perché, afferma,  «descrivono alcuni atteggiamenti contemporanei meglio di molte analisi sociologiche». Come, dunque, raggiungere la felicità a cui, dice il Papa, tutti siamo chiamati? Bisogna riconoscersi «bisognosi davanti a Dio» ed essere vicini «ai poveri, agli afflitti e agli affamati. Diventiamo capaci di gioia ogni volta che, possedendo dei beni di questo mondo, non ne facciamo degli idoli a cui svendere la nostra anima, ma siamo capaci di condividerli con i nostri fratelli», aggiunge Bergoglio.

«Il Signore ci aiuta a guarire dalla miopia cronica che lo spirito mondano ci contagia»

Le Beatitudini di Gesù, aggiunge, «sono un messaggio decisivo, che ci sprona a non riporre la nostra fiducia nelle cose materiali e passeggere, a non cercare la felicità seguendo i venditori di fumo, i professionisti dell’illusione. Il Signore ci aiuta ad aprire gli occhi, ad acquisire uno sguardo più penetrante sulla realtà, a guarire dalla miopia cronica che lo spirito mondano ci contagia. Con la sua Parola paradossale ci scuote e ci fa riconoscere ciò che davvero ci arricchisce, ci sazia, ci dà gioia e dignità. Insomma, quello che veramente dà senso e pienezza alla nostra vita». E conclude: «La Vergine Maria ci aiuti ad ascoltare questo Vangelo con mente e cuore aperti, perché porti frutto nella nostra vita e diventiamo testimoni della felicità che non delude».

Dopo la preghiera dell’Angelus, il Papa ha invitato a pregare i fedeli per il summit che si apre giovedì prossimo: «Fino a domenica prossima», ha detto Francesco, «avrà luogo in Vaticano un incontro dei Presidenti di tutte le Conferenze Episcopali sul tema della protezione dei minori nella Chiesa. Invito a pregare per questo appuntamento, che ho voluto come atto di forte responsabilità pastorale davanti a una sfida urgente del nostro tempo».

Al termine i saluti alle parrocchie, associazioni e gruppi di fedeli arrivati da varie parti d’Europa e d’Italia e l’invito: «Per favore, non dimenticate di pregare per me».

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo