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domenica 01 dicembre 2024
 
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Il Papa il 5 novembre in visita all'Università Cattolica di Roma

18/10/2021  Alle 10.30 presiede la Messa solenne in occasione del sessantesimo anniversario della nascita della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Quest'anno ricorrono anche i cento anni dell'Ateneo, fondato da padre Agostino Gemelli nel 1921

Un’occasione per incontrarsi di nuovo dopo il ricovero al Policlinico Gemelli dello scorso luglio e nell’anno del centenario dell’Ateneo. Per questo Papa Francesco presiederà il prossimo venerdì 5 novembre, alle 10.30, nella sede romana dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, una Messa solenne in occasione del sessantesimo di inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia. La notizia è stata resa nota lunedì mattina dalla Prefettura della Casa Pontificia.

Nel luglio scorso, pochi giorni dopo le sue dimissioni dal Policlinico Gemelli, dove era stato ricoverato per l'operazione al colon, Francesco aveva ricordato in una lettera al rettore Franco Anelli i cento anni dalla Fondazione dell'Ateneo, la cui vocazione primaria è «la promozione culturale e integrale della persona umana». Proprio questa missione, scriveva il Papa, «è espressione del cuore e apre le porte al futuro».

«Ho toccato con mano - scriveva ancora il Pontefice - come non vi sia tempo, tra le corsie del Gemelli, per nostalgie o rimpianti del passato: la carne di Cristo sofferente nei malati di ogni età e condizione richiede uno sguardo presente e attento, capace di infondere speranza nei momenti della fatica e di guardare avanti». Ed è uno sguardo che, con rinnovata gratitudine, Francesco ha affermato di aver visto «in tanti volti», di «custodire nel cuore e di presentare al Signore«.

Gli stessi sentimenti seppur con parole diverse, il Papa li aveva espressi qualche giorno prima delle dimissioni, in una lettera colma di affetto e indirizzata al presidente della Fondazione del Policlinico Universitario, Carlo Fratta Pasini. Centrale anche lì la «cura, la premura e l'accoglienza« ricevute, ma soprattutto il lavoro che aveva colto nelle corsie di ospedale «delicato e impegnativo, un’opera di misericordia» lo aveva definito che «attraverso gli ammalati, entra a contatto con la carne ferita di Gesù».

 
 
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