Un omaggio alle mamme coraggiose delle bidonville, donne che
«lottano eroicamente per proteggere i loro figli e figlie dai pericoli nel
contesto di indifferenza e ostilità, di cui soffrono i quartieri popolari».
Nello slum di Kangemi, uno dei più poveri di Nairobi papa Francesco spiega che la situazione si «aggrava
quando la violenza si diffonde e le organizzazioni criminali, al servizio di
interessi economici o politici, utilizzano i bambini e i giovani come carne da
cannone per i loro affari insanguinati».
Il Papa ha ricordato che la vita umana vale
più del denaro e ha chiesto di pregare,
lavorare e impegnarsi «perché ogni famiglia abbia una casa decente, abbia accesso all'acqua
potabile, abbia un bagno, abbia energia sicura per illuminare, per cucinare,
per migliorare le proprie abitazioni... perché ogni quartiere abbia strade,
piazze, scuole, ospedali, spazi sportivi, ricreativi e artistici; perché i
servizi essenziali arrivino ad ognuno di voi; perché siano ascoltati i vostri
appelli e il vostro grido che chiede opportunità; perché tutti possiate godere
della pace e della sicurezza che meritate secondo la vostra infinita dignità
umana».
Il Papa ha aggiunto che il debito sociale e il debito ambientale con i
poveri si paga «concretizzando il sacro diritto alla terra, alla casa e al
lavoro le tre 't': tierra, techo, trabajo, terra, casa e lavoro. Non è
filantropia è un dovere di tutti».
E poi nell’incontro con i giovani, dopo aver
lasciato a Kangemi una offerta in denaro, ha chiesto di pregare Dio perché dia
la forza di superare il tribalismo. Anche con loro ha parlato ancora della
protezione del creato benedicendo le piantine che i ragazzi si sono impegnati a
piantare per la salvaguardia dell’ambiente.
Nello stadio stracolmo il Papa è tornato
a parlare anche di corruzione. Parlando a braccio ha sottolineato: «anche in Vaticano ci sono casi di corruzione. Ci entra dentro come
lo zucchero, è dolce, ci piace, è facile. E poi finiamo male, facciamo una
brutta fine. Finiamo diabetici o il nostro paese finisce per ammalarsi. Ogni
volta che accettiamo una tangente, distruggiamo il nostro cuore, la nostra
personalità e la nostra patria. Per favore, non prendete gusto a questo
zucchero che si chiama corruzione».