Era il 1917. Ci si uccideva in Europa (ma non solo 100 anni). La Prima guerra mondiale mieteva vite e distruggeva beni. Benedetto XV istituì la Congregazione per le Chiese orientali e il Pontificio istituto orientale. Cent'anni dopo papa Francesco ricorda. E rilancia. Stamane ha celebratouna Messa nella basilica romana di Santa Maria Maggiore. Se «allora infuriava la Prima guerra mondiale», ha detto - stando al resconto riportato dal sito di Radio Vatciana - «oggi viviamo un’altra guerra mondiale, anche se a pezzi. E vediamo tanti nostri fratelli e sorelle cristiani delle Chiese orientali sperimentare persecuzioni drammatiche e una diaspora sempre più inquietante».
“Questo fa sorgere delle domande, tanti perché” al Signore. «Vediamo i malvagi, che senza scrupoli fanno i propri interessi, schiacciano gli altri, e sembra che a loro le cose vadano bene: ottengono quello che vogliono e pensano solo a godersi la vita. Questi ‘perché’ ricorrono anche nella Sacra Scrittura, ce li poniamo tutti», ha sottolienato Jorge Mario Bergoglio. La risposta è nella stessa Parola di Dio, che tiene un libro di memorie «per coloro che lo temono e che onorano il suo nome».
“Dio", ha aggiunto ancora il Papa, "non dimentica i suoi figli, la sua memoria è per i giusti, per quelli che soffrono, che sono oppressi e che si chiedono ‘perché?’, eppure non cessano di confidare nel Signore”. E “c’è un modo - ha raccomandato Francesco - per fare breccia nella memoria di Dio: la nostra preghiera”. “Quando si prega ci vuole il coraggio della fede: avere fiducia che il Signore ci ascolta, il coraggio di bussare alla porta”. “Il Signore lo dice: ‘chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto’.”
“Ma mi domando la nostra preghiera è veramente così? Ci coinvolge veramente, coinvolge il nostro cuore e la nostra vita? Sappiamo bussare al cuore di Dio?” La risposta di Dio Padre sarà oltre le nostre aspettative: “L’uomo bussa con la preghiera alla porta di Dio per chiedere una grazia. E lui, che è Padre, mi dà quello e di più: il dono, lo Spirito Santo”. Dunque, ha concluso Francesco: “impariamo a bussare al cuore di Dio! E impariamo a farlo coraggiosamente.”