Paraguay, venerdì 10 luglio 2015. L'arrivo del Papa ad Asunción. Foto Reuters.
Il suo arrivo è stato flagellato dal maltempo. In Paraguay, terza e ultima tappa di queso suo viaggio in America Latina, Francesco è arrivato sul finire di venerdì 10 luglio. Una fitta pioggia ha accolto Jorge Mario Bergoglio ad Asunción, la capitale. Le avversità atmosferiche, però, non hanno scoraggiato i paraguayani che si sono riversati in massa
lungo strade e piazze. Una visita attesa, nella terra delle "reducciones" ("riduzioni") create dai Gesuiti tra il 1610 e il 1750, un riuscito esperimento economico-sociale (soffocato nel sangue da spagnoli e portoghesi) che affrancasse dall'arretratezza e dallo sfruttamento gli indios (coronato da alcuni successi: la prima tipografia dell'America Latina sorse in una delle 33 "riduzioni" sviluppatesi nel corso dei decenni): una pagina di storia che ispirò il famoso film Mission (1986, regia di Roland Joffé, musiche di Ennio Morricone) con Robert De Niro e Jeremy Irons.
All’aeroporto di Asunción, la cerimonia
di benvenuto ha visto una suggestiva coreografia con danze e cori
guaranì. Ad accogliere Francesco il presidente Horacio Cartes. Per il
primo discorso pubblico si è dovuto attendere l’incontro con le autorità
nel Palazzo presidenziale. Il Papa ha ringraziato per il calore
dell’ospitalità, ma ha subito ricordato la dolorosa storia del Paraguay tra il 1800 e il 1900, «la sofferenza terribile della guerra, dello scontro
fratricida, della mancanza di libertà e della violazione dei diritti
umani...
Quanto dolore e quanta morte! Ma sono
ammirevoli la tenacia e lo spirito di reazione del popolo paraguayano
per superare le tante avversità e continuare gli sforzi per costruire
una nazione prospera e pacifica».
Paraguay, venerdì 10 luglio 2015. L'arrivo del Papa ad Asunción. Foto Reuters.
Il Santo Padre ha in particolare lodato il ruolo delle donne che hanno
portato il peso più grande di queste luttuose vicende storiche. Riferendosi
alla cosiddetta "guerra paraguayana" che tra il 1865 e il 1870 vide il
Paraguay, appunto, combattere e perdere contro tre Nazioni alleate tra
loro (Argentina, Brasile e Uruguay), papa Francesco ha espresso tutta
la sua «ammirazione» per le donne paraguayane che hanno saputo
reagire ai
massacri dei loro uomini, a una «guerra iniqua che arrivò quasi a
distruggere la fraternità dei nostri popoli…
Sulle loro spalle di madri, mogli e
vedove hanno portato il peso più grande, sono state in grado di portare
avanti le loro famiglie e il loro Paese, infondendo nelle nuove
generazioni la speranza di un domani migliore. Dio benedica la donna
paraguayana, la più gloriosa dell'Ametrica Latina!». Si sa, infatti, che
il conflitto ridusse sul lastrico il Paraguay, a partire dall'aspetto
demografico: dei 525.000 abitanti prima dell'inizio delle ostilità, nel 1871 ne rimasero 221.000, e di essi solo 28 000 erano uomini.
Il Papa ha riaffermato l'importanza della
memoria poggiata «sulla giustizia», libera da sentimenti di vendetta e
di odio e ha parla nuovamente «dell’assurdità della guerra»: «Nunca más guerras entre hermanos…
Mai più guerra tra fratelli! Costruiamo
sempre la pace! Anche una pace del giorno per giorno, una pace della
vita quotidiana, a cui tutti partecipiamo evitando gesti arroganti,
parole offensive, atteggiamenti prepotenti, e promuovendo invece la
comprensione, il dialogo e la collaborazione».
Paraguay, venerdì 10 luglio 2015. L'arrivo del Papa ad Asunción. Foto Reuters.
La priorità va data ai poveri. E il metodo di governo dev'essere onesto,
trasparente, capace di armonizzare i vari interessi legittimi senza
permettere sopraffazioni e soprusi. Il Papa ha parlato del e al Paese che lo
ospita, ma le sue parole valgono per il mondo intero. Bergoglio ha
riconosciuto che già «da alcuni
anni, il Paraguay è impegnato nella costruzione di un progetto
democratico solido e stabile» e a combattere la corruzione e lo ha
incoraggiato a «consolidare le strutture e le istituzioni democratiche»,
evitando ogni
tentazione di «democrazia formale». Ha esortato a «potenziare il dialogo
come mezzo privilegiato per favorire il bene comune, sulla base della
cultura dell’incontro, del rispetto e del riconoscimento delle legittime
differenze e delle opinioni degli altri» e a superare le conflittualità
e le divisioni ideologiche: «I poveri e i bisognosi devono occupare
un posto prioritario. Si stanno compiendo molti sforzi perché il
Paraguay progredisca sulla via della crescita economica. Ci sono stati
passi importanti nei campi dell’istruzione e della sanità. Non si fermi
lo sforzo di tutti gli attori sociali, fino a quando non ci saranno più
bambini senza accesso all’istruzione, famiglie senza casa, lavoratori
senza un lavoro dignitoso, contadini senza una terra da coltivare e
tante persone costrette a migrare verso un futuro incerto; finché non ci
saranno più vittime della violenza, della corruzione o del
narcotraffico. Uno sviluppo economico che non tiene conto dei più deboli
e sfortunati, non è vero sviluppo».
«La misura del modello economico –
ha ribadito Bergoglio - dev’essere la dignità integrale dell’essere umano,
soprattutto quello più vulnerabile e indifeso». Il
Papa ha assicurato la collaborazione della Chiesa Cattolica per «una società
equa e inclusiva» e ha indicato «la via della misericordia» aperta da
Cristo, che «poggiando sulla giustizia, va oltre, e illumina la carità,
in modo che nessuno si tenga ai margini» della società.