Benedetto XVI arriva oggi in Portogallo. E’ il secondo viaggio ell’estero di quest’anno dopo Malta e prima di Cipro a giugno. E’ il terzo Pontefice che si reca a Lisbona e a Fatima. Ma Papa Benedetto andrà anche a Porto, la "cidade invicta", la città mai vinta, che ha resitito sia ai Mori che a Napoleone, a celebrare la messa venerdì prima di tornare a Roma.
E’ la quinta volta che un Papa visita il Portogallo, poiché Karol Wojtyla ci è stato tre volte e fece anche una sosta tecnica all’aeroporto di Lisbona il 2 marzo 1983 durante il viaggio in America centrale e Caraibi. Tutti i viaggi in Portogallo sono legati a Fatima: dal primo di Paolo VI nel 1967 nel cinquantesimo della apparizioni ai tre di Giovanni Paolo II a questo di Joseph Ratzinger. Eppure questo pellegrinaggio di Benedetto XVI si caratterizza che come una visita in un Paese sull’orlo della crisi che sta colpendo l’Europa. In Portogallo il valore del credito è indebolito dalle analisi internazionali, anche se la situazione non è così drammatica come in Grecia.
Il presidente Anibal Cavaco Silva ha ammesso tuttavia che la "crisi è davvero grave" e i vescovi portoghesi sperano che la vista di Benedetto XVI possa contribuire a costruire una società "più giusta e fraterna". La parola "saggezza" compare tra i temi del viaggio. Il Portogallo ha da poco legalizzato il matrimonio omosessuale tra grandi discussioni e polemiche. Il Paese sta vivendo un mutamento sociale, culturale e anche religioso. La Chiesa non è più una forza maggioritaria, ma deve fare i conti con un contesto diverso da quello di una società cattolica, anche se 9 milioni e mezzo di portoghesi su 10 milioni si dichiarano cattolici. Deve applicare con maggior convinzioni insomma l’insegnamento del Concilio Vaticano II. E gli stessi vertici della Chiesa portoghese hanno riconosciuto che la dottrina del Concilio Vaticano II è stata promossa poco nel Paese.
Il patriarca di Lisbona, il cardinale Policarpo, ha osservato che la visita del Papa è una "sfida a ripensare il Portogallo", ma anche una sfida a "ripensare la Chiesa a cinquant’anni dall’inizio del Concilio".
Joseph Ratzinger è l’uomo che ha studiato più di tutti la vicenda di Fatima, dal punto di vita teologico e del suo impatto sulla devozione popolare. Dieci anni fa ha curato la pubblicazione della terza parte del segreto di Fatima, che suor Lucia aveva scritto e affidato alla Santa Sede, ma che mai i Papi fino al Giubileo del 2000 avevano deciso di rendere noto.
Fu Giovanni Paolo II a decidere di pubblicato e Ratzinger, allora prefetto della Congregazione della dottrina delle fede, ne spiegò il senso, con una memorabile lettera che purifica ogni interpretazione millenaristica del testo, quasi fosse una sorta di film che anticipa il futuro. Nella lettera sottolinea che nessuno è tenuto a credere ai contenuti del terzo segreto, non essendo un dogma di fede. Ratzinger fornisce quello che definisce un "tentativo di interpretazione" e precisa: "Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre tali appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non può essere pastura per la nostra curiosità".
Nella prefazione del libro di Tarcisio Bertone, scritto con il giornalista del TG1 Giuseppe De Carli "L’ultima veggente di Fatima", Benedetto XVI spiegò che la decisione di pubblicare il Terzo Segreto venne presa per svelare la verità "nel confuso quadro delle interpretazioni e speculazioni di tipo apocalittico che circolavano nella Chiesa, creando turbamento fra i fedeli più che invitarli alla preghiera e alla penitenza". La vicenda del Terzo Segreto è stato assai complessa.
Due Pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI, preferirono rinviare ai successori ogni decisione. Giovanni Paolo II invece si convinse che il segreto poteva riguardare l’attentato del 1981. E a chi mostrava qualche dubbio rivendicava il diritto di una interpretazione secondo la sua esperienza personale. Wojtyla si fece portare il testo subito in ospedale dopo l’attentato. Era convinto che la mano della Madonna di Fatima aveva deviato la pallottola. Il proiettile adesso è incastonato nella corona della piccola statua della Vergine a Fatima.
C’è Fatima e ci sono i fatimisti. Se si crede a ciò che la Chiesa dice tutto è chiaro. I segreti sono stati divisi i tre parti. Le prime due erano state rivelatie subito. La terza parte invece no. Il 13 luglio 1917 Lucia ricevette un lungo segreto diviso in tre parti. Con una lettera datata 31 agosto 1941 al vescovo di Leiria, la diocesi dove si trova Fatima, monsignor Correla da Silva, che aveva decretato 11 anni prima l’autentica delle apparizioni e ne aveva autorizzato il culto, Lucia ne rivelò due parti, la prima sull’esistenza dell’inferno e la seconda sulla conversione della Russia.
La terza parte del segreto fu scritta da suor Lucia il 3 gennaio 1944 su sullecitazione del vescovo di Leiria, che conservò la busta sigillata per un certo periodo. Poi la busta, il 4 aprile 1957, fu consegnata all’Archivio Segreto del Sant’Uffizio. Quando venne pubblicato nel 2000 si scatenarono subito le polemiche, perché attorno alla vicende di Fatima negli anni sono nati una serie di movimenti, associazioni culturali e religiose, si sono spese migliaia di parole e sono stati scritti decine e decine di libri per sostenere la tesi che il Vaticano ha occultato il testo del vero segreto, detto anche “quarto segreto di Fatima” poiché troppo cupo e minaccioso.
Si parlerebbe infatti di apostasia mondiale della Chiesa cattolica, del rinnegamento della Rivelazione e del Vaticano destinato a diventare la sede dell’Anticristo. Ma voci sulle visioni apocalittiche di Lucia giravano da molto tempo e proprio per questo nel Duemila si decise di rendere noto il teso di Lucia con il commento di Ratzinger. Ma non è bastato e le polemiche in questi ultimi anni si sono rinvigorite e ancora qualche giorno fa, poco prima del viaggio di Benedetto XVI, se ne avuto un saggio in un convegno in Italia. Esiste o no il quarto segreto? Le smentite vaticane non sono bastate.
La storia appassiona e più volte è stato tirato in ballo monsignor Loris Capovilla, segretario personale di Roncalli, il primo Papa a leggere il testo della terza parte del segreto. Ebbene Capovilla nella nuova edizione del libro di Bertone, scritto insieme al giornalista del TG1 Giuseppe de Carli, “L’ultimo segreto di Fatima” (edizione Rai Eri-Rizzoli) smentisce ogni cosa: “Non ho mai occultato nulla”. Nessun documento permette di dire che esiste una parte non rivelata del segreto di Fatima.
Famiglia Cristiana dedica un numero speciale a Fatima e racconta la storia del “vero segreto” di Fatima. Nessuna concessione al millenarismo né alle polemiche dei fatimisti, ma soltanto un riepologo delle questioni che mettono al centro dell’attenzione un santuario dove i veri miracoli sono solo quelli della fede. Nessuna guarigione ci intreccia attorno a Fatima. Eppure non si può redigere una classifica delle Madonne più potenti con Lourdes al primo posto e Fatima in fondo alla fila. Fatima rappresenta una sfida per la Chiesa e anche per la Storia.
In qualche modo le vicende di Fatima hanno offerto anche una chiave di interpretazione del secolo Novecento, il cosiddetto “secolo breve” per la sommatoria di tregedie che ha infilato. Poi c’è stata la questione delle Russia e qualcuno sostiene che Fatima fu la risposta all’ateismo marxista che intendeva cancellare Dio dall’orizzonte dell’uomo. Sicuramente le vicende di Fatima sono complesse non tanto per gli avvenimenti in sé, ma per la storia che hanno avuto durante tutto il Novecento. Sono stati a volte strumentalizzati, fuori e dentro la Chiesa, sono stati aspramente criticati da chi muove contro la Chiesa.
Ecco perché Fatima resta un mistero. Lo speciale di Famiglia Cristiana cerca di fare un po’di luce e di mettere i fila ragionamenti e interpretazioni. Qual è insomma il vero messaggio di Fatima? Secondo le analisi proposte nel numero di Famiglia Cristiana in edicola a 9,90 euro, Fatima segna la necessità per ogni uomo di cercare risposte sull’infinito, cioè sul destino che l’uomo ha nelle sue mani: può fare macerie dell’umanità oppure può far diventare il mondo un giardino di pace.
Fatima può essere insomma un’icona del messaggio del Vangelo, una immagine che rimanda alla preghiera e all’affidamento alla Vergine, che aiuta ad arrivare e a comprendere l’insegnamento di Cristo. Nello Speciale si trovano riflessioni e interviste ai principali mariologi e la precisa ricostruzione del ruolo dei Papi rispetto a Fatima. E infine il ruolo che ha avuto il cardinale Ratzinger con i testi e le interpretazioni della Terza Parte del segreto di Fatima.