È la domenica dedicata alla Trasfigurazione di Gesù, seconda di
Quaresima, e papa Francesco all’Angelus richiama l'attenzione e la
necessità della preghiera sulla drammatica situazione dei cristiani
perseguitati in Siria e in Iraq, dove non cessano, ha detto ai fedeli
presenti in piazza San Pietro, «violenze, sequestri di persona e
soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi».
Bergoglio ha
invitato a pregare per loro: «Vogliamo assicurare a quanti sono
coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo
loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si
ponga fine all’intollerabile brutalità di cui sono vittime.
Insieme ai membri della Curia Romana ho offerto secondo questa
intenzione l’ultima Santa Messa degli Esercizi Spirituali, venerdì
scorso. Nello stesso tempo chiedo a tutti, secondo le loro
possibilità, di adoperarsi per alleviare le sofferenze di quanti
sono nella prova, spesso solo a causa della fede che professano».
Poi il pensiero del Papa è andato anche al Venezuela, teatro nei
giorni scorsi di nuove proteste contro il governo, represse dalla
polizia e costate la vita ad un ragazzo di 14 anni: «Prego per le
vittime e, in particolare, per il ragazzo ucciso pochi giorni fa a
San Cristobal», ha detto, «Esorto tutti al rifiuto della violenza e
al rispetto della dignità di ogni persona e della sacralità della
vita umana e incoraggio a riprendere un cammino comune per il bene
del Paese, riaprendo spazi di incontro e di dialogo sinceri e
costruttivi. Affido quella cara Nazione alla materna intercessione di
Nostra Signora di Coromoto».
In questa seconda domenica di Quaresima,
ha ricordato il Papa, la Chiesa ci indica la meta dell’itinerario
di conversione, la partecipazione alla gloria di Cristo. «Ascoltate
Gesù. È Lui il Salvatore: seguitelo», ha detto. «Ascoltare
Cristo, infatti, comporta assumere la logica del suo mistero
pasquale, mettersi in cammino con Lui per fare della propria
esistenza un dono di amore agli altri, in docile obbedienza alla
volontà di Dio, con un atteggiamento di distacco dalle cose mondane
e di interiore libertà. Occorre, in altre parole, essere pronti a
“perdere la propria vita” (cfr Mc 8,35), donandola affinché
tutti gli uomini siano salvati e ci incontreremo nella felicità
eterna».
Il cammino di Gesù - ha aggiunto il Santo Padre a braccio -
sempre ci porta alla felicità:
«Non dimenticatelo! Ci sarà in mezzo una croce, le prove, ma
alla fine sempre ci porta alla felicità. Gesù non ci inganna! Ci ha
promesso la felicità e ce la darà, se noi andiamo sulle sue strade.
Con Pietro, Giacomo e Giovanni saliamo anche noi sul monte della
Trasfigurazione e sostiamo in contemplazione del volto di Gesù, per
raccoglierne il messaggio e tradurlo nella nostra vita; perché anche
noi possiamo essere trasfigurati dall’Amore. In realtà l’amore è
capace di trasfigurare tutto: l’amore trasfigura tutto, credete voi
in questo?». Dalla folla in piazza non sono giunte risposte e il
Papa ha rifatto di nuovo la domanda: «Credete? Ah, no, non credete
tanto per quello che sento». Allora dalla piazza è giunto un «sì»
a pieni polmoni, e il Papa ha detto «ah, bello credete».