«Una famiglia evangelizzata è un prezioso agente di evangelizzazione, soprattutto perché irradia le meraviglie che Dio ha operato in essa. Inoltre, essendo per sua natura ambito di generosità, promuoverà la nascita di vocazioni alla sequela del Signore nel sacerdozio o nella vita consacrata». È il messaggio affidato da papa Francesco ai vescovi spagnoli in visita ad limina lunedì mattina in Vaticano.
Il Pontefice ha chiesto una Chiesa che sia in «missione permanente» dove il vescovo non si senta solo, e nemmeno pensi di esserlo, e soprattutto non dimentichi mai che «il gregge che gli è stato affidato ha sensibilità per le cose di Dio». La Spagna, ha spiegato, è una terra che ha dato grandi Santi mentre ora soffre «l'indifferenza di molti battezzati», a loro volta figli di «una cultura mondana che relega Dio alla vita privata e Lo esclude dall'ambito pubblico».
Ma su questo, ribadisce il Papa, c’è la forza dello Spirito Santo, che continua a seminare la grazia. A voi vescovi, dice, «viene affidato il compito di far germogliare questi semi con l'annuncio coraggioso e veritiero del Vangelo, di seguirne attentamente la crescita con l'esempio, l'educazione e la vicinanza e di armonizzarli nell'insieme della “vigna del Signore”, da cui nessuno può restare escluso».
Come Gesù, siate capaci, è stata l’esortazione del Papa, di «ascoltare tutti da cuore a cuore con tenerezza e misericordia e a cercare ciò che veramente unisce e serve alla reciproca edificazione». E perciò, indica, prestate «particolare attenzione al processo di iniziazione alla vita cristiana», poiché la fede, sostiene, «non è una mera eredità culturale, ma un dono che nasce dall'incontro personale con Gesù e dall'accettazione libera e gioiosa della nuova vita che ci offre. Ciò richiede annuncio incessante e animazione costante, affinché il credente sia coerente con la condizione di figlio di Dio che ha ricevuto nel Battesimo».