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martedì 05 novembre 2024
 
 

L'Unità e il contributo della fede

16/03/2011  Messaggio di Benedetto XVI al presidente Giorgio Napolitano. Fondamentale l'apporto dei cattolici. La Questione Romana non portò tensioni sociali. Il sacrificio di Moro e Bachelet.

“Il cristianesimo ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione dell’ identità italiana”. Lo scrive Benedetto XVI nel messaggio inviato questa mattina al presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano (CLICCA QUI) e portato al Quirinale dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, in occasione del 150° anniversario dell'Unità nazionale. Grazie al contributo della fede cristiana, osserva il pontefice, “l'unità d'Italia, realizzatasi nella seconda metà dell'Ottocento, ha potuto aver luogo non come artificiosa costruzione politica di identità diverse, ma come naturale sbocco politico di una identità nazionale forte e radicata, sussistente da tempo”.

Il Papa affronta anche il tema delicato della “Questione Romana” e dei suoi “effetti dilaceranti nella coscienza individuale e collettiva dei cattolici italiani”, ma insiste che “nessun conflitto si verificò nel corpo sociale, segnato da una profonda amicizia tra comunità civile e comunità ecclesiale”, perché “l’identità nazionale degli italiani, così fortemente radicata nelle tradizioni cattoliche, costituì in verità la base più solida della conquistata unità politica”: nel corpo sociale “fede e cittadinanza non erano in conflitto”. Ne è riprova il fatto che la stessa “astensione dalla vita politica, seguente il ‘non expedit’, rivolse le realtà del mondo cattolico verso una grande assunzione di responsabilità nel sociale”. Di questo conflitto, d’altra parte, “la Santa Sede ha sempre rifiutato la possibilità di una soluzione attraverso imposizioni dall’esterno, confidando nei sentimenti del popolo italiano e nel senso di responsabilità e giustizia dello Stato italiano”.

Benedetto XVI ricorda l’apporto fondamentale dei cattolici all’elaborazione della nuova Costituzione repubblicana del 1947, da cui prende avvio un impegno significativo dei cattolici nella vita politica, sindacale, economica, sociale del Paese con esempi luminosi di “assoluta fedeltà allo Stato” e di “dedizione al bene comune”, fino alla testimonianza del sangue negli anni del terrorismo. E qui il Papa fa  i nomi di Moro e Bachelet, uccisi dalle Brigate Rosse. Papa Benedetto sottolinea infine che nel corso della storia la nazione italiana ha vissuto – come “onere” e “privilegio” insieme - la situazione particolare di ospitare dentro Roma il Vaticano.

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