Torna a chiedere di ricordare la data del proprio Battesimo («è come se fosse il secondo compleanno») spiegando come questo sacramento «suscita una dinamica spirituale che attraversa tutta la vita dei battezzati; è l’avvio di un processo che permette di vivere uniti a Cristo nella Chiesa».
Papa Francesco davanti ai circa 17mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale prosegue il ciclo di catechesi sui sacramenti. Il primo aspetto sul quale il Papa si sofferma è il rito di accoglienza quando viene chiesto il nome, perché indica l’identità personale: «Quando ci presentiamo diciamo subito il nostro nome: “Io mi chiamo così”, così da uscire dall’anonimato, l’anonimo è quello che non ha nome. Per uscire dall’anonimato subito diciamo il nostro nome. Senza nome si resta degli sconosciuti, senza diritti e doveri. Dio chiama ciascuno per nome, amandoci singolarmente, nella concretezza della nostra storia».
Il Battesimo, ricorda il Papa, implica una «risposta personale e non presa a prestito, con un “copia e incolla”. La vita cristiana infatti è intessuta di una serie di chiamate e di risposte: Dio continua a pronunciare il nostro nome nel corso degli anni, facendo risuonare in mille modi la sua chiamata a diventare conformi al suo Figlio Gesù». Diventare cristiani, aggiunge Francesco, «è un dono che viene dall’alto. La fede non si può comprare, ma chiedere sì, e ricevere in dono sì. “Signore, regalami il dono della fede”, è una bella preghiera!»
.Il Papa ricorda che i catecumeni adulti, infatti, manifestano in prima persona ciò che desiderano mentre i bambini sono presentati dai genitori e i padrini. E sui bambini, altro momento del rito del Battesimo, viene tracciato il segno della Croce: «I nostri bambini», chiede il Papa, «sanno farsi il segno della croce bene? Tante volte ho visto bambini che non sanno fare il segno della croce. E voi, papà, mamme, nonni, nonne, padrini, madrine, dovete insegnare a fare bene il segno della croce perché è ripetere quello che è stato fatto nel Battesimo. Avete capito bene? Insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce. Se lo imparano da bambini lo faranno bene dopo, da grandi. La croce è il distintivo che manifesta chi siamo: il nostro parlare, pensare, guardare, operare sta sotto il segno della croce, ossia sotto il segno dell’amore di Gesù fino alla fine». Il Papa invita tutti a «Fare il segno della croce quando ci svegliamo, prima dei pasti, davanti a un pericolo, a difesa contro il male, la sera prima di dormire», perché questo gesto «significa dire a noi stessi e agli altri a chi apparteniamo, chi vogliamo essere. Per questo è tanto importante insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce».
Dopo la catechesi il Papa ha lanciato un appello: «Sabato prossimo», ha detto, «avranno luogo a Washington le Riunioni primaverili della Banca Mondiale. Incoraggio gli sforzi che, mediante l’inclusione finanziaria, cercano di promuovere la vita dei più poveri, favorendo un autentico sviluppo integrale e rispettoso della dignità umana».