È la seconda udienza generale di agosto e papa Francesco dedica la catechesi al brano del Vangelo di Luca sulla risurrezione del figlio della vedova di Nain. «Durante questo Giubileo», è il consiglio di Francesco ai fedeli arrivati nell’Aula Paolo VI, «sarebbe una buona cosa che, nel varcare la Porta Santa, la Porta della Misericordia, i pellegrini ricordassero questo episodio del Vangelo, accaduto sulla porta di Nain. Quando Gesù vide questa madre in lacrime, essa entrò nel suo cuore! Alla Porta Santa ognuno giunge portando la propria vita, con le sue gioie e le sue sofferenze, i progetti e i fallimenti, i dubbi e i timori, per presentarla alla misericordia del Signore. Stiamo sicuri che, presso la Porta Santa, il Signore si fa vicino per incontrare ognuno di noi, per portare e offrire la sua potente parola consolatrice: “Non piangere!” (v. 13). Questa è la Porta dell’incontro tra il dolore dell’umanità e la compassione di Dio. E pensiamo a questo: un incontro tra il dolore dell’umanità e la compassione di Dio. Varcando la soglia noi compiamo il nostro pellegrinaggio dentro la misericordia di Dio che, come al ragazzo morto, ripete a tutti: “Dico a te, alzati!”».
Poi a braccio ha aggiunto: «A ognuno di noi: ‘Alzati!’. Dio ci vuole in piedi. Ci ha creati per essere in piedi: per questo, la compassione di Gesù porta a quel gesto della guarigione, a guarirci … E la parola chiave è: ‘Alzati! Mettiti in piedi, come ti ha creato Dio!’. In piedi … ‘Ma, Padre, noi cadiamo tante volte…’ – ‘Avanti, alzati!’. Questa è la parola di Gesù, sempre. Nel varcare la Porta Santa, cerchiamo di sentire nel nostro cuore questa parola: Alzati!».
Soffermandosi sul brano il Papa ha sottolineato: «Ci presenta un miracolo di Gesù veramente grandioso: la risurrezione di un ragazzo. Eppure, il cuore di questo racconto non è il miracolo, ma la tenerezza di Gesù verso la mamma di questo ragazzo. La misericordia prende qui il nome di grande compassione verso una donna che aveva perso il marito e che ora accompagna al cimitero il suo unico figlio. È questo grande dolore di una mamma che commuove Gesù e lo provoca al miracolo della risurrezione». Commovendosi per quel ragazzo morto, Gesù «decide di affrontare la morte, per così dire, a tu per tu. E l'affronterà definitivamente, a tu per tu, sulla Croce».
martedì la visita privata in due conventi femminili a L'Aquila e a Rieti
Di fronte al ragazzo tornato in vita e restituito alla madre, come dice il Vangelo, «tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi” e “Dio ha visitato il suo popolo”». «Quanto Gesù ha fatto», è il commento di papa Francesco, «non è dunque solo un’azione di salvezza destinata alla vedova e al suo figlio, o un gesto di bontà limitato a quella cittadina. Nel soccorso misericordioso di Gesù, Dio va incontro al suo popolo, in Lui appare e continuerà ad apparire all’umanità tutta la grazia di Dio. Celebrando questo Giubileo, che ho voluto fosse vissuto in tutte le Chiese particolari, cioè in tutte le Chiese del mondo, e non solo a Roma, è come se tutta la Chiesa sparsa nel mondo si unisse nell’unico canto di lode al Signore. Anche oggi la Chiesa riconosce di essere visitata da Dio. Per questo, avviandoci alla Porta della Misericordia, ognuno sa di avviarsi alla porta del cuore misericordioso di Gesù: è Lui infatti la vera Porta che conduce alla salvezza e ci restituisce a una vita nuova. La misericordia, sia in Gesù sia in noi, è un cammino che parte dal cuore per arrivare alle mani…».
Ha infine concluso la catechesi a braccio: «Cosa significa, questo? Gesù ti guarda, ti guarisce con la sua misericordia, ti dice: ‘Alzati!’, e il tuo cuore è nuovo. Ma questo del cammino dal cuore alle mani … “Eh, sì, e io che faccio adesso? Con il cuore nuovo, con il cuore guarito da Gesù faccio le opere di misericordia con le mani e cerco di aiutare, di curare tanti che hanno bisogno”. La misericordia è un cammino che parte dal cuore e arriva alle mani, cioè alle opere di misericordia».
Martedì il Papa si è recato in visita privata in due conventi femminili nel Lazio e nell'Abruzzo. Francesco ha visitato il convento benedettino delle Suore Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo a Carsoli, in provincia dell'Aquila, e il monastero delle Suore francescane di Santa Filippa Mareri in Borgo San Pietro di Petrella Salto, in provincia di Rieti. Ad accompagnare il Pontefice è stato il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili.