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giovedì 10 ottobre 2024
 
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Pedofilia, il Papa: «Gli scandali hanno reso Dio muto»

13/09/2018  Francesco incontra i vertici della Chiesa americana. E ai vescovi nominati di recente chiede di aggiornare i processi di selezione e di valutazione in seminario: «Le gravi debolezze nate da una voragine spirituale. Dio è stato messo a tacere, rimosso da un certo modo di vivere, come se non ci fosse»

La Chiesa americana è scossa dallo scandalo degli abusi sessuali del clero. Per questo motivo il Papa ha incontrato giovedì in Vaticano i vertici dei vescovi statunitensi. Uno «scambio lungo fruttuoso e buono», dopo il quale continuare a lavorare insieme per definire i «passi successivi più efficaci», è stato il commento del cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston e presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. «Siamo grati al Santo Padre per averci ricevuti in udienza, abbiamo condiviso con Papa Francesco la nostra situazione negli Stati Uniti - come il corpo di Cristo sia lacerato dal male degli abusi sessuali -. Egli ha ascoltato molto profondamente dal cuore. È stato uno scambio lungo, fruttuoso e buono», ha dichiarato DiNardo in una nota pubblicata sul sito della Conferenza episcopale. «Mentre lasciavamo l'udienza, abbiamo pregato l'Angelus insieme per la misericordia e la forza di Dio mentre lavoriamo per guarire le ferite. Non vediamo l'ora di continuare attivamente insieme il nostro discernimento identificando i passi successivi più efficaci», ha aggiunto.

Oltre al presidente DiNardo, all'udienza col Pontefice hanno partecipato anche il vice presidente mons. Josè Horacio Gomez, arcivescovo di Los Angeles, il card. Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, e il segretario generale mons. Brian Bransfield. Un momento di confronto molto atteso, sull'onda della grave crisi innescata dalle continue rivelazioni sull'emergenza abusi, dopo il report del gran giurì della Pennsylvania sui crimini sessuali del clero negli ultimi 70 anni e anche dopo il “memoriale” dell'ex nunzio monsignor Carlo Maria Viganò, che tuttora divide la Chiesa Usa, sulle coperture degli abusi omosessuali dell'ex cardinale di Washington Theodore McCarrick.

In contemporanea con l’incontro con i vertici della conferenza episcopale americana, il Papa ha fatto aprire un'indagine per molestie su adulti a carico d'un altro vescovo americano, quello di Wheeling-Charleston (West Virginia), Michael Bransfield, accettandone le dimissioni a pochi giorni dal compimento dei 75 anni, limite d’età previsto dal codice di diritto canonico per rassegnare le dimissioni nelle mani del Pontefice. Bransfield è il primo vescovo Usa dal 2002 a lasciare il posto tra accuse pubbliche di abusi sessuali. Un altro alto prelato, il cardinale arcivescovo di Washington Donald Wuerl, ha annunciato mercoledì che chiederà al Papa di accettare le sue dimissioni per consentire alla diocesi della capitale di «voltare pagina». La diocesi di Wheeling-Charleston copre tutto il territorio della West Virginia: ha aperto oggi una linea speciale per ricevere nuove denunce o informazioni utili all'inchiesta. L'ex vescovo, già tesoriere della Conferenza Episcopale, si era fatto notare come rettore per due decenni della Basilica del National Shrine della Immacolata Concezione a Washington.

Il Papa ai vescovi: Attenzione al clero e ai seminari

E c’era l’eco degli scandali di queste settimane nelle parole che il Papa ha rivolto ai vescovi di recente nomina, circa 130, ricevuti nella Sala del Concistoro: «Vi raccomando una particolare attenzione al clero e ai seminari. Non possiamo rispondere alle sfide che abbiamo nei loro confronti senza aggiornare i nostri processi di selezione, accompagnamento, valutazione», ha detto Francesco. «Ma le nostre risposte saranno prive di futuro se non raggiungeranno la voragine spirituale che, in non pochi casi, ha permesso scandalose debolezze, se non metteranno a nudo il vuoto esistenziale che esse hanno alimentato, se non riveleranno perché mai Dio è stato così reso muto, così messo a tacere, così rimosso da un certo modo di vivere, come se non ci fosse».

Infine, nel colloquio coi Gesuiti il 25 agosto scorso a Dublino, riportato da Civiltà Cattolica, dopo aver incontrato le vittime di abusi, il Papa ha chiesto loro: «aiutate la Chiesa in Irlanda a farla finita con questa storia». «Non intendo semplicemente voltare pagina, ma cercare rimedio, riparazione, tutto ciò che è necessario per guarire le ferite e ridare vita a tanta gente. La lettera che ho scritto di recente al popolo di Dio parla della vergogna per gli abusi. Voglio ribadirlo qui e comunicarlo a voi oggi». Per Francesco, «questo dramma degli abusi, specialmente quando è di proporzioni ampie e dà grande scandalo - pensiamo al caso del Cile e qui in Irlanda o negli Stati Uniti -, ha alle spalle situazioni di Chiesa segnate da elitismo e clericalismo, una incapacità di vicinanza al popolo di Dio. L'elitismo, il clericalismo favoriscono ogni forma di abuso. E l'abuso sessuale non è il primo. Il primo è l'abuso di potere e di coscienza».

 
 
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