Una giovane volontaria distribuisce ai fedeli in piazza San Pietro il Vangelo tascabile, dono di papa Francesco (Reuters)
Migliaia
di copie tascabili del Vangelo, dono personale di papa Francesco,
sono state distribuite ai circa 60 mila fedeli che domenica mattina
gremivano piazza San Pietro per la recita dell'Angelus. Il Pontefice
lo definisce «un gesto semplice», ricorda di aver suggerito nelle
scorse domeniche di procurarsi un piccolo Vangelo, da portare con sé
durante la giornata, per poterlo leggere spesso e di aver ripensato
all’antica tradizione della Chiesa, durante la Quaresima, di
consegnare il Vangelo ai catecumeni, a coloro cioè che si preparano
a ricevere il sacramento del Battesimo nella veglia di Pasqua. Da qui
l’iniziativa di far distribuire in Piazza «ma come segno per
tutti», sottolinea il Papa, un Vangelo tascabile. «Leggetelo ogni
giorno», è stato il consiglio di Francesco, «è la parola di Gesù,
è lui stesso che vi parla!». Poi aggiunge a braccio che forse
qualcuno non crede che sia davvero gratuito. È gratuito, assicura il
Papa, che aggiunge: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date! In cambio di questo dono, fate un atto di carità, un gesto di
amore gratuito: una preghiera per i vostri nemici, magari, un atto di
riconciliazione». Francesco ricorda anche che «oggi si può leggere
il Vangelo anche con tanti strumenti tecnologici, in un telefonino,
in un tablet»: «L’importante», ha detto, «è leggere la
Parola di Dio, con tutti i mezzi, ma leggere la Parola di Dio: è
Gesù che ci parla lì! E accoglierla con cuore aperto. Allora il
buon seme porta frutto!».
Durante
la riflessione, il Papa ha commentato la risurrezione di Lazzaro
proposta dal Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima: «Cristo
non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre
scelte di male e di morte», dice. Per questo tutti possiamo «uscire
dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. Lasciamoci
liberare dalle bende, dalle “bende” dell’orgoglio. Ma perché
l’orgoglio ci fa schiavi, schiavi di noi stessi, schiavi di tanti
idoli, di tante cose».
Papa
Francesco ricorda che Gesù «ci chiama insistentemente ad uscire dal
buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi», una prigione che è
«una vita falsa, egoistica, mediocre».
Come
a Lazzaro, Gesù dice a ciascuno di noi: «Vieni fuori! È
un bell’invito alla vera libertà.Tante volte noi siamo mascherati
dal peccato, le maschere devono cadere! E noi ritrovare il coraggio
del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio».
Da qui, spiega il Papa, comincia la nostra risurrezione. Il
gesto di Gesù che risuscita Lazzaro, infine, «mostra fin dove può
arrivare la forza della Grazia di Dio, e dunque fin dove può
arrivare la nostra conversione, il nostro cambiamento». E conclude:
«Sentite
bene: non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a
tutti! Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei
nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.
Non
c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti!
ricordatevi bene questa frase». E invita i fedeli a ripeterla
insieme tutti.
Al termine della preghiera mariana, il pensiero
del Papa è andato al Rwanda nel XX anniversario dell’inizio del
genocidio contro i Tutsi: «Desidero
esprimere la mia paterna vicinanza al popolo ruandese», ha detto
incoraggiandolo «a continuare, con determinazione e speranza, il
processo di riconciliazione che ha già manifestato i suoi frutti, e
l’impegno di ricostruzione umana e spirituale del Paese. Non
abbiate paura! Sulla roccia del Vangelo costruite la vostra società,
nell’amore e nella concordia, perché solo così si genera una pace
duratura! Ricordo con affetto i vescovi ruandesi che sono stati qui,
in Vaticano, la settimana scorsa. E a tutti voi invito, adesso, a
pregare la Madonna di Nostra Signora di Kibeho».
Poi il ricordo
del terremoto che esattamente 5 anni fa all’Aquila provocò
distruzione e più di 300 morti. Una comunità, dice il Papa, che «ha
tanto sofferto, ancora soffre, lotta e spera» con tanta fiducia in
Dio e nella Madonna. La preghiera di Francesco è «per le vittime
del terremoto e per il cammino di risurrezione del popolo aquilano».