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martedì 29 aprile 2025
 
 

Il Papa: «Meglio i pugni che il terrorismo delle chiacchiere»

07/11/2014  Francesco ha incontrato i superiori dei religiosi italiani, riuniti nella 54.ma assemblea a Tivoli, e ha insistito sul valore di testimonianza della vita fraterna nel contesto attuale. «La vita consacrata», ha detto, «può aiutare la Chiesa e la società intera dando testimonianza di fraternità, che è possibile vivere insieme come fratelli nella diversità»

«Per favore, che non ci sia fra voi il terrorismo delle chiacchiere, eh! Cacciatelo via! Ci sia fraternità! E se tu hai qualcosa contro il fratello, lo dici in faccia… Alcune volte finirai ai pugni, non è un problema: è meglio questo che il terrorismo delle chiacchiere». Non usa giri di parole papa Francesco che ha ricevuto i  superiori dei religiosi italiani esortandoli ad «aiutare la Chiesa a crescere per via di attrazione, senza preoccuparsi di fare proseliti», a fare «fruttificare» il proprio carisma ed essere modello di fraternità «nella diversità» per tutta la società.

La prima esortazione del Papa, che essendo gesuita è un religioso anche lui, è quella di dare testimonianza profetica di una vita evangelica. La «profezia non è mai ideologica», ha detto, «non è alla moda» e non è confronto con l’istituzione perché la stessa profezia «è istituzionale», ma è segno di contraddizione: «Davanti alla testimonianza di un fratello e di una sorella che vive veramente la vita religiosa, la gente si domanda “che cosa c’è qui?, che cosa spinge questa persona oltre l’orizzonte mondano?”», ha spiegato. «Questa direi è la prima cosa: aiutare la Chiesa a crescere per via di attrazione. Senza preoccuparsi di fare proseliti: attrazione!».

Non si tratta, ha aggiunto Bergoglio, di «combattere battaglie di retroguardia, di difesa, ma di spendersi tra la gente, che vive nelle periferie della storia». L’importante è offrire una testimonianza di fraternità: «Oggi», ha spiegato, «la cultura dominante è individualista, centrata sui diritti soggettivi. È una cultura che corrode la società a partire dalla sua cellula primaria che è la famiglia. La vita consacrata può aiutare la Chiesa e la società intera dando testimonianza di fraternità, che è possibile vivere insieme come fratelli nella diversità… Perché nella comunità non ci si sceglie prima, ci si trova con persone diverse per carattere, età, formazione, sensibilità… eppure si cerca di vivere da fratelli».

Questo, ha detto, «non sempre si riesce, voi lo sapete bene. Tante volte si sbaglia, perché siamo tutti peccatori, però si riconosce di avere sbagliato, si chiede perdono e si offre il perdono. E questo fa bene alla Chiesa: fa circolare nel corpo della Chiesa la linfa della fraternità. E fa bene anche a tutta la società».

Per vivere questa fraternità, ha osservato il Papa, «presuppone la paternità di Dio e la maternità della Chiesa e della Madre, la Vergine Maria. Dobbiamo ogni giorno rimetterci in questa relazione, e lo possiamo fare con la preghiera, con l’Eucaristia, con l’adorazione, con il Rosario. Così noi rinnoviamo ogni giorno il nostro “stare” con Cristo e in Cristo, e così ci mettiamo nella relazione autentica con il Padre che è nei cieli e con la Madre Chiesa, la nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica, e la Madre Maria. Se la nostra vita si colloca sempre nuovamente in queste relazioni fondamentali – ha concluso - allora siamo in grado di realizzare anche una fraternità autentica, una fraternità testimoniale, che attrae».

La Conferenza italiana superiori maggiori (Cism), guidata da padre Luigi Gaetani, si è riunita da lunedì a venerdì a Tivoli per la 54esima assemblea nazionale sul tema «Missione della Chiesa e vita consacrata alla luce della Evangelii gaudium». Hanno partecipato 103 padri provinciali d'Italia, in rappresentanza degli oltre 18mila religiosi presenti sul territorio nazionale. Si va dai Salesiani (oltre 2300), ai Minimi (88), dai Cappuccini (2049) ai Minori (1953), ai Trappisti (29) ai Boccone del Povero (43), agli Ardorini (42). I Gesuiti sono 553, i Guanelliani 183, 221 gli Orionini fino a tutti gli altri.

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