«La Messa non si “sente”, si partecipa, e si partecipa in questa teofania, in questo mistero della presenza del Signore tra noi». L’invito a riscoprire nella liturgia il senso della presenza reale di Dio è arriva da papa Francesco durante la celebrazione presieduta lunedì mattina a Santa Marta dove arrivano continuamente migliaia di richieste da parte dei fedeli di tutto il mondo per poter partecipare.
«La liturgia», ha detto il Pontefice, «è proprio entrare nel mistero di Dio, lasciarsi portare al mistero ed essere nel mistero. Per esempio, io sono sicuro che tutti voi venite qui per entrare nel mistero; però, forse qualcuno dice: “Ah, io devo andare a Messa a Santa Marta perché nella gita turistica di Roma c’è andare a visitare il Papa a Santa Marta, tutte le mattine: è un posto turistico, no?” (ride, ndr). Tutti voi venite qui, noi ci riuniamo qui per entrare nel mistero: è questa la liturgia. È il tempo di Dio, è lo spazio di Dio, è la nube di Dio che ci avvolge tutti».
Il Signore, ha precisato il Papa, parla al suo popolo in tanti modi: attraverso i profeti, i sacerdoti, la Sacra Scrittura. Ma con le teofanie parla in un’altra maniera, «diversa dalla Parola: è un’altra presenza, più vicina, senza mediazione, vicina. È la Sua presenza»: «Quando noi celebriamo la Messa, noi non facciamo una rappresentazione dell’Ultima Cena: no, non è una rappresentazione. E’ un’altra cosa: è proprio l’Ultima Cena. È proprio vivere un’altra volta la Passione e la morte redentrice del Signore. E’ una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo. Noi sentiamo o diciamo: “Ma, io non posso, adesso, devo andare a Messa, devo andare a sentire Messa”. La Messa non si “sente”, si partecipa, e si partecipa in questa teofania, in questo mistero della presenza del Signore tra noi».
Purtroppo, ha detto il Papa, tante volte guardiamo l’orologio a Messa, «contiamo i minuti», ma questo non è l’atteggiamento giusto. Per questo, conclude il Papa, «celebrare la liturgia è avere questa disponibilità ad entrare nel mistero di Dio», nel suo spazio, nel suo tempo, e affidarsi “a questo mistero”: «Ci farà bene oggi chiedere al Signore che dia a tutti noi questo ‘senso del sacro’, questo senso che ci fa capire che una cosa è pregare a casa, pregare in chiesa, pregare il Rosario, pregare tante belle preghiere, fare la Via Crucis, tante cose belle, leggere la Bibbia … e un’altra cosa è la celebrazione eucaristica. Nella celebrazione entriamo nel mistero di Dio, in quella strada che noi non possiamo controllare: soltanto è Lui l’Unico, Lui la gloria, Lui è il potere, Lui è tutto. Chiediamo questa grazia: che il Signore ci insegni ad entrare nel mistero di Dio».