E' tutta su San Pietro, l'omelia di papa Francesco nel giorno dei Santi patroni di Roma. Il Papa consegna il pallio a 24 arcivescovi metropoliti tra cui i due italiani di Reggio Calabria e di Vercelli e insiste sul messaggio che la figura di Pietro dà agli arcivescovi: «L'amore di Gesù deve bastare a Pietro. Egli non deve cedere alla tentazione della curiosità, dell'invidia, come quando, vedendo Giovanni lì vicino, chiede a Gesù: "Signore, che cosa sarà di lui?". Ma Gesù gli risponde: "A te che importa? Tu seguimi". Questa esperienza di Pietro costituisce un messaggio importante anche per noi, cari fratelli Arcivescovi. Il Signore oggi ripete a me, a voi, e a tutti i Pastori: Seguimi! Non perdere tempo in domande o in chiacchiere inutili; non soffermarti sulle cose secondarie, ma guarda all’essenziale eseguimi. Seguimi nonostante le difficoltà. Seguimi nella predicazione del Vangelo. Seguimi nella testimonianza di una vita corrispondente al dono di grazia del Battesimo e dell’Ordinazione. Seguimi nel parlare di me a coloro con i quali vivi, giorno dopo giorno, nella fatica del lavoro, del dialogo e dell’amicizia. Seguimi nell’annuncio del Vangelo a tutti, specialmente agli ultimi, perché a nessuno manchi la Parola di vita, che libera da ogni paura e dona la fiducia nella fedeltà di Dio».
Alla presenza della delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, il Papa prega perché «anche questa visita possa rafforzare i nostri fraterni legami nel cammino verso la piena comunione tra le due
Chiese sorelle, da noi tanto desiderata». E spiega la figura di Pietro, tenuto in carcere e liberato dalla prigionia di Erode. «Sì», dice papa Francesco, «il Signore ci libera da ogni paura e da ogni catena, affinché possiamo essere veramente liberi. L’odierna celebrazione liturgica esprime bene questa realtà, con le parole del ritornello al Salmo responsoriale: "Il Signore mi ha liberato da ogni paura". Ecco il problema, per noi, della paura e dei rifugi pastorali. Noi – mi domando –, cari fratelli Vescovi, abbiamo paura? Di che cosa abbiamo paura? E se ne abbiamo, quali rifugi cerchiamo, nella nostra vita pastorale, per essere al sicuro? Cerchiamo forse l’appoggio di quelli che hanno potere in questo mondo? O ci lasciamo ingannare dall’orgoglio che cerca gratificazioni e riconoscimenti, e lì ci sembra di stare sicuri? Dove poniamo la nostra sicurezza? La testimonianza dell’Apostolo Pietro ci ricorda che il nostro vero rifugio è la fiducia in Dio: essa allontana ogni paura e ci rende liberi da ogni schiavitù e da ogni tentazione mondana».
Papa Francesco, che per la prima volta indossa il pallio sempre utilizzato da Giovanni Paolo II, fa riferimento proprio all'insegna liturgica di lana bianca per ricordare ai vescovi, specialmente ai metropoliti che l'hanno ricevuta oggi, che devono sentirsi interpellati dall'esempio di Pietro «a verificare la nostra fiducia nel Signore. Pietro ritrovò la fiducia quando Gesù per tre volte gli disse: "Pasci le mie pecore". E nello stesso tempo lui, Simone, confessò per tre volte il suo amore per Gesù, riparando così al triplice rinnegamento avvenuto durante la passione».
E quando il Signore gli chiede «Mi vuoi bene?», Pietro «non si affida a sé stesso e alle proprie forze, ma a Gesù e alla sua misericordia: "Signore tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene". E qui sparisce la paura, l’insicurezza, la pusillanimità. Pietro ha sperimentato che la fedeltà di Dio è più grande delle nostre infedeltà e più forte dei nostri rinnegamenti. Si rende conto che la fedeltà del Signore allontana le nostre paure e supera ogni umana immaginazione».
La fonte della nostra fiducia, insiste il papa è «la sua incrollabile fedeltà. Gesù non ci abbandona mai, perché non può rinnegare se stesso. La fedeltà che Dio incessantemente conferma anche a noi Pastori, al di là dei nostri meriti, è la fonte della nostra fiducia e della nostra pace. La fedeltà del Signore nei nostri confronti tiene sempre acceso in noi il desiderio di servirlo e di servire i fratelli nella carità. L’amore di Gesù deve bastare a Pietro».
Intanto è festa in via della Conciliazione e in piazza Pio XII dove oltre mille maestri fiorai provenienti da tutto il mondo, hanno allestito 40 quadri floreali. Un tappeto multicolore che copre tremila metri quadrati utilizzando 500 mila fiori. L'infiorata romana, che ha oltre 400 anni di storia, è nata proprio come omaggio ai Santi patroni Pietro e Paolo ai quali si donavano, già nel 1600 , quadri floreali realizzati davanti alla basilica di San Pietro.