Papa Francesco ha nominato membri del Dicastero per la Comunicazione il paolino monsignor Valdir Josè de Castro, (sopra nel 2017 ad Ariccia mentre accoglie il Papa all'inizio degli Esercizi Spirituali di Quaresima, ndr), neo eletto vescovo della Diocesi di Campo Limpo (Brasile) e già Superiore generale della Società San Paolo, e monsignor Ivan Maffeis, ex portavoce della Conferenza episcopale italiana e fal 16 luglio scorso arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.
Francesco ha nominato dieci nuovi consultori dello stesso Dicastero. Si tratta di don George Plattoham, segretario dell'Ufficio di Comunicazione Sociale della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (FABC), Oscar Elizade Prada, coordinatore del Dipartimento di Comunicazione del CELAM, Helen Osman, presidente di SIGNIS, don Fabio Pasqualetti, decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione della Pontificia Università Salesiana, suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Conferenza episcopale italiana, suor Adelaide Felicitas Ndilu, segretario esecutivo nazionale della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Kenyota e direttore di Radio Waumini, padre Andrew Kaufa, coordinatore dell'Ufficio di Comunicazioni della Conferenza regionale dei vescovi AMECEA, Tomas Insua, direttore esecutivo del movimento Laudato Si, il professor Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateno (CIO) dell’Università di Pisa e John E. Corcoran, fondatore di Trinity Life Sciences.
Francesco ha anche reso noto il tema della Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali del 2023: “Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)”, tratto da un passo della Lettera di San Paolo agli Efesini.
Il tema, spiega in un comunicato la Sala Stampa della Santa Sede, «si collega idealmente a quello del 2022, “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, e vuole inserirsi in particolare nel cammino che condurrà tutta la Chiesa alla celebrazione del Sinodo di ottobre 2023. Parlare con il cuore significa “rendere ragione della speranza che è in noi” (cfr 1Pt 3,14-17) e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto – anche nella vita ecclesiale – da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente. Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell’uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus. Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l’affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l’altro, che favorisca un “disarmo integrale”, che si adoperi a smontare “la psicosi bellica” che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano».