Una richiesta di perdono a 20 donne in nome di quei
cristiani che hanno abusato di loro. Papa Francesco visita, a Roma, una delle
strutture gestite dalla Comunità papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste
Benzi, dove sono ospitate ragazze vittime del racket della prostituzione. Sei
di loro sono rumene, 4 albanesi, 7 nigeriane e le altre tre provengono,
rispettivamente, da Tunisia, Italia e Ucraina. Insieme con le 20 donne, che
vivono protette dopo aver subito gravi violenze fisiche, c’era il responsabile
nazionale della Comunità,
Giovanni Paolo Ramonda, l’assistente spirituale don Aldo
Bonaiuto, due operatori di strada e la responsabile dell’appartamento romano.
Il
Papa, ha raccontato don Aldo a Radio Vaticana, «ha ascoltato a lungo le storie
di queste ragazze, si è commosso, le ha abbracciate e ha parlato con ognuna di
loro, anche con una ragazza arrivata ieri sera che, purtroppo, si è ritrovata a
partorire sulla strada, da sola, e a vedere il suo bambino morire tra le sue
braccia. Storie veramente drammatiche di cui il Santo Padre ha visto,
proprio con i suoi occhi, le ferite, perché le ragazze, davanti al Papa, hanno
anche mostrato le ferite che hanno subito: le botte, ragazze storpiate,
ragazze con le orecchie tagliate…».
Queste ragazze, dice ancora l’assistente della Comunità, «si
portano dietro storie, purtroppo, di violenze, di abusi, di inganni. Ci sono
ragazze con problemi psichiatrici gravissimi. Sono tutte donne, purtroppo,
a cui nessuno restituirà più la salute psichica, fisica. E questa salute è
stata tolta loro proprio dai clienti, da coloro che pensano di avere il diritto
di andare a comprare il corpo di una donna per motivi sessuali. Sulle strade,
oltre centomila sono le donne che si prostituiscono».
Francesco «ha usato parole molto belle, ma anche molto forti: ha chiesto perdono a nome di
tutti i cristiani per le violenze e tutto il male che queste ragazze hanno
dovuto subire», ha incoraggiato le ragazze e definito la tratta come «un delitto
contro l’umanità».
La visita del Papa si colloca nell’ambito dei “venerdì della
misericordia” che Francesco sta vivendo dall’inizio del Giubileo.