Palude alla tregua a Gaza, papa Francesco. Ed esprime «gratitudine a tutti i mediatori, è un bel lavoro questo di mediare perché si faccia la pace», sottolinea. Ringrazia le parti e, mentre spera che tutti «gli ostaggi possano tornare presto a casa per riabbracciare i loro cari» e non smette di pregare «per loro e per le loro famiglie», spera anche che gli aiuti umanitari possano presto e in abbondanza raggiungere la popolazione di Gaza. Sabato sera, alla vigilia dell’annunciato cessate il fuoco, nella parrocchia cattolica di Gaza era stata proiettata una video chiamata del Papa che incoraggiava famiglie e bambini. E Francesco chiede ancora uno sforzo perché israeliani e palestinesi «possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati e possano dire sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace».
Guardando al resto del mondo, mentre chiede di continuare a pregare per la martoriata Ucraina e per i Paesi in guerra, il Pontefice sottolinea anche i gesti di speranza come la liberazione, a Cuba, dei carcerati. Un gesto che «concretizza una delle intenzioni di questo anno giubilare» e che il Papa auspica, possa ripetersi nei prossimi mesi «nelle diverse parti del mondo. Iniziative di questo genere infondono fiducia».
Prima dell’Angelus aveva spiegato il Vangelo del giorno con la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana. Francesco aveva posto l’accento su due dimensioni: «la mancanza e la sovrabbondanza. Da una parte il vino viene a mancare e Maria dice a Suo Figlio: “Non hanno vino”; dall’altra parte, Gesù interviene facendo riempire sei grandi anfore e, alla fine, il vino è così abbondante e così squisito che il maestro del banchetto domanda allo sposo perché lo ha conservato fino alla fine. Alla mancanza dell’uomo, Dio risponde sempre con la sovrabbondanza del suo amore, Dio non è tirchio, quando dà, dà, non un pezzettino, dà tanto. Nel banchetto della nostra vita a volte ci accorgiamo che il vino viene a mancare, ci mancano le forze. Succede quando le preoccupazioni che ci affliggono, le paure che ci assalgono o le forze dirompenti del male ci tolgono il gusto della vita, l’ebbrezza della gioia e il sapore della speranza. Stiamo attenti, dinanzi a questa mancanza il Signore dà, in sovrabbondanza, perché vuole fare festa con noi».