Il Papa appare alla finestra del palazzo apostolico per l'Angelus. In buona forma anche se un po' pallido e, come prima cosa ringrazia quanti, durante il suo ricovero al Gemelli, hanno pregato per lui e gli sono stati vicini: «Una vicinanza umana e spirituale che per me è stata di grande aiuto e conforto», dice ai fedeli che si sono raccolti in piazza.
Al termine, invece, la sua attenzione e la sua preghiera, ricordando anche la Giornata del rifugiato, è per le vittime del naufragio nell'Egeo. «Sembra che il mare era calmo», dice il Papa pensando ai possibili soccorsi che avrebbero potuto salvare tante vite umane. Il Pontefice prega anche per le vittime dell'attentato in Uganda e per la popolazione della martoriata Ucraina. Prima aveva spiegato il Vangelo del giorno, la chiamata degli apostoli. E ricorda la vicinanza di Dio che è «la realtà fondamentale della vita»
Infatti, «se il Dio dei cieli è vicino, noi non siamo soli in terra e anche nelle difficoltà non perdiamo la fiducia. Ecco la prima cosa da dire alla gente: Dio non è distante, Dio non è distante ma è Padre, ti conosce e ti ama; vuole tenerti per mano, anche quando vai per sentieri ripidi e accidentati, anche quando cadi e fai fatica a rialzarti e riprendere il cammino. Lui, il Signore è lì, con te, Anzi, spesso nei momenti in cui sei più debole puoi sentire più forte la sua presenza. Lui conosce la strada, Lui è con te, Lui è tuo Padre! Lui è il mio Padre, Lui è il nostro Padre».
E pensando al papà che ci prende per mano vediamo che tutto ci appare diverso, che ci sentiamo protetti, al sicuro e impariamo a vincere la paura e a crescere nel bene.
«Se vogliamo essere buoni apostoli, dobbiamo essere come i bambini: sederci “sulle ginocchia di Dio” e da lì guardare il mondo con fiducia e amore, per testimoniare che Dio è Padre, che Lui solo trasforma i nostri cuori e ci dà quella gioia e quella pace che noi stessi non possiamo procurarci», insiste il Papa. E poi mette in guardia dai "parolai". «Nel Vangelo Gesù raccomanda non di dire tante parole, ma di compiere tanti gesti di amore e di speranza nel nome del Signore, non dire tante parole, compiere gesti: "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". Ecco il cuore dell’annuncio: la testimonianza gratuita, il servizio. E dico una cosa. a me lasciano perplesso e molto i parolai, con il loro tanto parlare e niente fare». Ma è la «concretezza della fede che conta»