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giovedì 05 dicembre 2024
 
l'appello
 

Il Papa: «Tagliare le risorse alla sanità un oltraggio all'umanità»

04/06/2022  Francesco riceve in udienza i dirigenti di Federsanità e suggerisce tre “antidoti” contro la cultura dello scarto e per promuovere percorsi di integrazione socio-sanitaria e socio-assistenziale: la prossimità, l’integralità e il bene comune: «Farsi prossimi significa che non ci siano malati di “serie A” e di “serie B”»

«Occorre lavorare perché tutti abbiano accesso alle cure, perché il sistema sanitario sia sostenuto e promosso, e perché continui ad essere gratuito. Tagliare le risorse per la sanità è un oltraggio all'umanità».

È l’appello di papa Francesco che sabato mattina ha ricevuto in udienza Federsanità, la confederazione riunisce le Aziende Sanitarie Locali, Ospedaliere, e gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, insieme ai rappresentanti dell’Associazione dei Comuni Italiani. Il Pontefice ha chiesto di sostenere il sistema sanitario affinché tutti abbiano accesso alle cure gratuitamente. Per Bergoglio occorre perseguire «il bene comune, come rimedio al perseguire interessi di parte. Anche in campo sanitario è frequente la tentazione di far prevalere vantaggi economici o politici di qualche gruppo a discapito della maggior parte della popolazione. E questo vale anche sul piano dei rapporti internazionali». Papa Francesco ha poi citato la Nuova Carta degli Operatori Sanitari secondo la quale la cura «attiene al valore della giustizia, secondo il quale non ci sono distinzioni di popoli e nazioni, tenuto conto delle oggettive situazioni di vita e di sviluppo dei medesimi, nel perseguimento del bene comune, che è contemporaneamente bene di tutti e di ciascuno. La pandemia», ha aggiunto, «ci ha insegnato che il “si salvi chi può”» si traduce rapidamente nel “tutti contro tutti”, allargando la forbice delle disuguaglianze e aumentando la conflittualità».

Diversi i temi toccati dal Pontefice. Gli operatori sanitari devono «farsi prossimi» ai pazienti, ha detto, «abbattere le distanze, fare in modo che non ci siano malati di “serie A” e di “serie B”, mettere in circolo le energie e le risorse perché nessuno sia escluso dall'assistenza sociosanitaria» ha sottolineato spiegando che la prossimità diventa così «antidoto all'autoreferenzialità: Vedere nel paziente un altro me stesso spezza le catene dell'egoismo, fa cadere il piedistallo sul quale a volte siamo tentati di salire e spinge a riconoscerci fratelli, a prescindere dalla lingua, dalla provenienza geografica, dallo status sociale o dalla condizione di salute. Se nelle persone che incontriamo nelle corsie degli ospedali, nelle case di cura, negli ambulatori riusciamo a scorgere prima di tutto dei fratelli e delle sorelle, cambia tutto: la “presa in carico” smette di essere una questione burocratica e diventa incontro, accompagnamento, condivisione». Poi ha aggiunto: «Se tutto è connesso, dobbiamo anche ripensare il concetto di salute in un'ottica integrale, che abbracci tutte le dimensioni della persona. Senza nulla togliere al valore delle competenze specifiche, curare un malato significa considerare non solo una certa sua patologia, ma la sua condizione psicologica, sociale, culturale e spirituale: il tutto».

Per il Pontefice, bisogna evitare dunque la «cultura dello scarto» e «restituire dignità» al malato.«In una società che rischia di vedere i malati come un peso, un costo, occorre rimettere al centro ciò che non ha prezzo, non si compra e non si vende, cioè la dignità della persona».

Francesco ha ricordato che «le patologie possono segnare il corpo, confondere i pensieri, togliere le forze, ma non potranno mai annullare il valore della vita umana, che va tutelata sempre, dal concepimento alla fine naturale. Auspico che la ricerca e le varie professioni sanitarie - ha concluso il Papa - abbiano sempre questo orizzonte». Infine, cita San Giuseppe Moscati, un «“buon samaritano” che ha saputo incarnare uno stile di cura integrale, nel territorio».

Il 28 agosto a L'Aquila per la Perdonanza celestiniaana

  

Intanto, la Sala stampa vaticana ha confermato che il Papa sarà domenica 28 agosto a L'Aquila per aprire la Porta Santa e il Giubileo di Celestino V, nella Perdonanza del 2022. Il programma - comunicato dal Vaticano - prevede la partenza del Papa, in elicottero, alle 8. L'atterraggio nello Stadio Gran Sasso di L'Aquila è previsto per le 8.25. Quindi il Papa si trasferirà in auto a Piazza Duomo dove sarà accolto dal card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell'Aquila, Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, il prefetto Cinzia Teresa Torraco, il sindaco Pierluigi Biondi. Accompagnato dal card. Petrocchi, il Papa entrerà in Duomo per una visita privata (la Cattedrale risulta ancora disastrata dopo il terremoto del 2009).

Alle 9.15, sul sagrato del Duomo, Papa Francesco rivolgerà un saluto ai familiari delle vittime, alle autorità e ai cittadini presenti in Piazza. Al termine, è previsto il trasferimento in auto alla Basilica di Santa Maria in Collemaggio dove alle 10 celebrerà la Messa alla quale seguirà la recita dell'Angelus. Quindi si svolgerà il rito dell'apertura della Porta Santa. Alle 12.30 Papa Francesco si congederà dalle autorità locali che lo hanno accolto e si trasferirà in auto allo Stadio Gran Sasso. Il decollo dell'elicottero è previsto alle 12.45, l'atterraggio in Vaticano alle 13.15.

 
 
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