«Un giovane che non è capace di sognare, poveretto, è diventato vecchio prima del tempo. State svegli, guardate al futuro, con coraggio. I giovani quando sognano tante volte fanno chiasso: fate chiasso, il vostro chiasso è il frutto dei vostri sogni, vuol dire che non volete vivere nella notte. Non vivere addormentati o anestetizzati, sognare vivi: questo aiuta noi adulti e la Chiesa: sì, ne abbiamo bisogno. Anche come Chiesa abbiamo bisogno di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo, dell’ardore dei giovani, per essere testimoni di Dio che è sempre giovane». Sono le parole più forti che Papa Francesco affida ai giovani nella solennità di Cristo Re, giornata in cui si celebra la Giornata Mondiale della Gioventù nelle diocesi. Li esorta alla libertà, a ispirarsi al coraggio di Gesù che non cerca di sottrarsi con il compromesso davanti a Pilato: «Il nostro mondo, ferito da tanti mali, non ha bisogno di altri compromessi ambigui, di gente che va di qua e di là come le onde del mare, dove li porta il vento del loro interesse. Di chi sta un po’ a destra e un po’ a sinistra dopo aver fiutato che cosa conviene. Di equilibristi, che cercano sempre una strada per non sporcarsi le mani, per non compromettersi, per non giocarsi sul serio. Un cristiano che va così sembra essere più equilibrista che cristiano».
La scrittura di oggi, spiega il Papa, ci dice che Gesù: «Viene “con le nubi” per rassicurarci, come a dire: “Non vi lascio soli quando la vostra vita è avvolta da nubi oscure. Io sono sempre con voi. Vengo per rischiarare e far risplendere il sereno”. Il profeta Daniele, però, specifica di aver visto il Signore venire con le nubi, guardando nelle visioni notturne: Dio viene nella notte, tra le nubi spesso tenebrose che si addensano sulla nostra vita, ognuno di noi conosce questi momenti. C’è bisogno di riconoscerlo, di guardare oltre la notte, di alzare lo sguardo per vederlo in mezzo alle oscurità».
«Cari giovani», li esorta, «vuol dire alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire, per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure, questo il pericolo, non rimanere rinchiusi nei nostri pensieri a piangerci addosso». «”Alza lo sguardo, Alzati!” è l’invito che il Signore ci rivolge, e al quale ho voluto fare eco nel Messaggio dedicato a voi giovani per accompagnare questo anno di cammino. Il compito più arduo e affascinante che vi ha consegnato: Stare in piedi mentre tutto sembra andare a rotoli; essere sentinelle che sanno vedere la luce nelle visioni notturne; essere costruttori in mezzo alle macerie, che ne sono tante, tante in questo mondo di oggi ; essere capaci di sognare. Perché. questo fa chi sogna: non si lascia assorbire dalla notte ma accende una fiamma, una luce di speranza che annuncia il domani».
«Grazie per quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo. Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione. E soprattutto grazie perché. in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare! (...)Tanti vostri sogni corrispondono a quelli del Vangelo. La fraternità, la solidarietà, la giustizia, la pace: sono gli stessi sogni di Gesù per l’umanità. Non abbiate paura di aprirvi all’incontro con Lui: Egli ama i vostri sogni e vi aiuta a realizzarli. Il Cardinale Martini diceva che alla Chiesa e alla società servono sognatori che ci mantengano aperti alle sorprese dello Spirito Santo. È bello eh. Vi auguro di essere tra questi sognatori!».
Poi passa a un altro punto del Vangelo: «a Gesù che dice a Pilato: “Io sono re”. Colpiscono la sua determinazione, il suo coraggio, la sua suprema libertà. è stato arrestato, viene portato nel pretorio, è interrogato da chi può condannarlo a morte. In una circostanza del genere, avrebbe potuto lasciar prevalere un naturale diritto a difendersi, magari cercando di “aggiustare le cose”, trovando un compromesso. E invece Gesù non nasconde la propria identità, non camuffa le sue intenzioni, non approfitta di uno spiraglio di salvezza che pure Pilato lasciava aperto. No. Con il coraggio della verità risponde: “Io sono re”. Si prende la responsabilità della sua vita: sono venuto per una missione e vado fino in fondo per testimoniare il Regno del Padre. Dice: Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità, Gesù è così, è venuto senza doppiezza venuto senza doppiezze, per proclamare con la vita che il suo Regno è diverso da quelli del mondo, che Dio non regna per aumentare il suo potere e schiacciare gli altri; non regna con gli eserciti e con la forza. Il suo è il Regno dell’amore».
«Cari giovani, attira la libertà di Gesù! Lasciamo che ci vibri dentro, che ci scuota, che susciti in noi il coraggio della verità. Possiamo chiederci: se fossi qui, ora, al posto di Pilato davanti a Gesù, a guardarlo negli occhi, di che cosa mi vergognerei? Davanti alla verità di Gesù, alla verità che è Gesù, quali sono le mie falsità che non stanno in piedi, le mie doppiezze che a Lui non piacciono? Ognuno di noi ne ha, cercate, cercate! Tutti abbiamo di queste doppiezze, di questi compromessi, di questo aggiustare le cose perché la Croce si allontani. Ci serve metterci davanti a Gesù, per fare la verità in noi. Ci serve adorarlo per essere liberi dentro, per fare luce sulla vita e non lasciarci ingannare dalle mode del momento, dai fuochi d’artificio del consumismo che abbaglia e paralizza. Amici, non siamo qui per farci incantare dalle sirene del mondo, ma per prendere in mano la nostra vita, per “mordere la vita”, per viverla pienamente! Così, nella libertà di Gesù troviamo anche il coraggio di andare controcorrente, questa è una parola che vorrei sottolineare: andare controcorrente, non contro qualcuno, che è la tentazione di ogni giorno, come fanno i vittimisti e i complottisti, che caricano la colpa sempre sugli altri; no, contro la corrente malsana del nostro io egoista, chiuso e rigido, che tante volte cerca delle cordate per sopravvivere, per metterci nella scia di Gesù. Egli ci insegna ad andare contro il male con la sola forza mite e umile del bene».
«Per favore, conclude il Papa, «abbiate paura di essere giovani equilibristi. Siate liberi, autentici, siate coscienza critica della società. Abbiate la passione della verità, perché con i vostri sogni possiate dire: la mia vita non è schiava delle logiche di questo mondo, percé regno con Gesù per la giustizia, l’amore e la pace! Vi auguro che ciascuno di voi possa sentire la gioia di dire: “Con Gesù anch’io sono re”. Sono re: sono un segno vivente dell’amore di Dio, della sua compassione e della sua tenerezza. Sono un sognatore abbagliato dalla luce del Vangelo e guardo con speranza nelle visioni notturne. E quando cado, ritrovo in Gesù il coraggio di lottare e sperare, il coraggio di tornare a sognare. Ad ogni età della vita».