Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 09 novembre 2025
 
il Papa
 

«Un male di oggi è l’aver perso la coscienza del peccato»

31/01/2020  Francesco celebra la Messa a Santa Marta: «Anche un santo come il re Davide è caduto in tentazione scivolando lentamente, con lo spirito della mondanità, nei peccati come se fossero normali»

«Ci sono dei peccati del momento: il peccato di ira, un insulto, che io non posso controllare. Ma ci sono dei peccati nei quali si scivola lentamente, con lo spirito della mondanità. È lo spirito del mondo che ti porta a fare queste cose come se fossero normali». Papa Francesco celebra la Messa a Santa Marta e nell’omelia si sofferma sul passo tratto dal secondo libro di Samuèle, incentrato sulla figura del re Davide, il “santo re Davide”, che scivolando nella vita comoda dimentica di essere stato eletto da Dio. Davide sembra, dice Francesco, uno dei tanti buoni cristiani «che va a Messa tutte le domeniche, che si dice cristiana. Ma come mai tu fai questo? E altri peccati? Dico soltanto questo… Eh, perché», sottolinea, «sei scivolato in uno stato dove hai perso la coscienza del peccato. E questo è uno dei mali del nostro tempo. Pio XII lo aveva detto: perdere la coscienza del peccato. “Ma, si può fare tutto…”, e alla fine si passa una vita per risolvere un problema».

Francesco riflette sui peccati di Davide, il censimento del popolo e la vicenda di Urìa che fa uccidere, dopo aver messo incinta la moglie Betsabea: «Ma come il grande Davide, che è santo, che aveva fatto tante cose buone, che era tanto unito a Dio, è stato capace di fare quello? Questo non si fa da un giorno all’altro», ricorda, «Il grande Davide, lentamente è scivolato, lentamente. Ci sono dei peccati del momento: il peccato di ira, un insulto, che io non posso controllare. Ma ci sono dei peccati nei quali si scivola lentamente, con lo spirito della mondanità. È lo spirito del mondo che ti porta a fare queste cose come se fossero normali. Un assassinio…».

Ascolto il rimprovero degli altri?

Non sono vicende del passato, spiega il Papa, ricordando un recente caso di cronaca in Argentina con alcuni giovani giocatori di rugby che hanno ucciso un compagno a botte, dopo una notte di movida. Ragazzi, afferma, diventati «un branco di lupi». Un fatto che apre interrogativi sull’educazione dei giovani, sulla società. C’è bisogno «tante volte di uno schiaffo dalla vita», dice Bergoglio, per fermarsi, per stoppare quel lento scivolare nel peccato. C’è bisogno di una persona come il profeta Nathan, inviato da Dio a Davide, per fargli vedere il suo errore: «Pensiamo un po’: qual è l’atmosfera spirituale della mia vita?», chiede il Papa, «Sono attento, ho bisogno sempre di qualcuno che mi dica la verità, o no, credo di no? Ascolto il rimprovero di qualche amico, del confessore, del marito, della moglie, dei figli che mi aiuta un po’? Guardando questa storia di Davide – del Santo re Davide – chiediamoci: se un Santo è stato capace di cadere così, stiamo attenti, fratelli e sorelle, anche a noi può accadere. Anche, domandiamoci: io in quale atmosfera vivo? Che il Signore ci dia la grazia di inviarci sempre un profeta – può essere il vicino, il figlio, la mamma, il papà – che ci schiaffeggi un po’ quando stiamo scivolando in questa atmosfera dove sembra che tutto sia lecito».

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo