Annuncia il concistoro con la creazione di 16 nuovi cardinali elettori e di cinque ultraottantenni e che, dunque, non entreranno in un eventuale conclave. Papa Francesco dà appuntamento, per il concistoro, al 27 agosto e convoca, per il 29 e 30, una riunione di tutti i porporati per riflettere sulla nuova Costituzione.
Prima aveva ricordato che, a termine del mese mariano, alle 18 del 31 maggio, nella basilica di Santa Maria maggiore ci sarà un rosaio per la pace per invocare dalla Madonna questo dono che l’umanità attende. E aveva parlato dell’ascensione festa che si celebra oggi «in Italia e in molti Paesi ». Aveva ricordato che, nel tornare al Padre, Gesù ci ha lasciato il suo Spirito e così, invece che essere presente con il suo copro presso pochi, con o Spirito è vicino ai molti.
«La vita terrena di Gesù», dice il Papa, «culmina proprio con l’Ascensione, che professiamo anche nel Credo: “È salito al cielo, siede alla destra del Padre”». Per comprendere l’avvenimento dobbiamo riflettere su due azioni che compie Gesù prima di salire al cielo: «annuncia il dono dello Spirito e poi benedice i discepoli». Gesù, dunque, «non sta abbandonando i discepoli. Ascende al Cielo, ma non ci lascia soli. Anzi, proprio salendo verso il Padre assicura l’effusione dello Spirito Santo, del suo Spirito». In questo si vede «l’amore di Gesù per noi: la sua è una presenza che non vuole limitare la nostra libertà. Al contrario, fa spazio a noi, perché il vero amore genera sempre una vicinanza che non schiaccia, non è possessivo, è vicino ma non possessivo, anzi il vero amore ci rende protagonisti».
Gesù, spiega il Pontefice, «sale al Padre per intercedere a nostro favore, per presentargli la nostra umanità. Così, davanti agli occhi del Padre, ci sono e ci saranno sempre, con l’umanità di Gesù, le nostre vite, le nostre speranze, le nostre ferite. Dunque, mentre compie il suo “esodo” verso il Cielo, Cristo “ci fa strada”, va a prepararci un posto e, fin da ora, intercede per noi, perché possiamo essere sempre accompagnati e benedetti dal Padre». È su questo che si misura anche il nostro amore verso il prossimo: chiediamoci se anche noi «siamo capaci di amare gli altri lasciandoli liberi e facendo loro spazio». E poi se «sappiamo farci intercessori per gli altri, cioè sappiamo pregare per loro e benedire le loro vite. Oppure ci serviamo degli altri per i nostri interessi? Impariamo questo: la preghiera di intercessione, intercedere per le speranze e per le sofferenze del mondo, intercedere per la pace.
E benediciamo con lo sguardo e con le parole chi incontriamo ogni giorno!».