Riga, Lettonia
Dalla nostra inviata
Una Europa unita nonostante le differenze. La auspica il presidente della Lettonia, Raimonds Vējonis dando il benvenuto a papa Francesco a Riga: «Il dialogo che Lei ha mantenuto, è fondamentale affinché l’Europa possa rimanere unita nella sua diversità. Il destino dei Paesi baltici nel XX secolo è una testimonianza vivente del fatto che la divisione dell'Europa porta solo sofferenze. Pertanto, il nostro futuro è in un'unione basata sui diritti umani, democrazia e solidarietà, piuttosto che su interessi e benefici egoistici», dice il presidente.
E papa Francesco, come ha già fatto in Lituania ricorda «il prezzo della libertà che avete dovuto conquistare e riconquistare» e il modo in cui la Lettonia, terra dei “dainas”, ha saputo cambiare il suo lamento e il suo dolore in canto e danza e si è sforzata di trasformarsi in un luogo di dialogo e di incontro, di convivenza pacifica che cerca di guardare avanti».
Guardare avanti, ma ricordando le proprie radici che la Chiesa cattolica ha saputo custodire sviluppando una «capacità spirituale di guardare oltre», capacità che si fa «concreta in piccoli gesti quotidiani di solidarietà, di compassione e di aiuto reciproco» che «vi ha sostenuto e, a sua volta, vi ha dato la creatività necessaria per dar vita a nuove dinamiche sociali di fronte a tutti i tentativi riduzionisti e di esclusione che minacciano sempre il tessuto sociale».
Papa Francesco parla della Chiesa cattolica che opera «in piena collaborazione con le altre Chiese cristiane, il che è segno di come sia possibile sviluppare una comunione nelle differenze. Realtà che si verifica quando le persone hanno il coraggio di andare al di là della superficie conflittuale e si guardano nella loro dignità più profonda».
Le celebrazioni del centenario sono una opportunità per «continuare a scommettere sulla libertà e l’indipendenza della Lettonia, che certamente sono un dono, ma sono anche un compito che coinvolge tutti. Lavorare per la libertà significa impegnarsi in uno sviluppo integrale e integrante delle persone e della comunità. Se oggi si può fare festa è grazie a tanti che hanno aperto strade, porte, futuro, e vi hanno lasciato in eredità la stessa responsabilità: aprire futuro avendo di mira che tutto sia al servizio della vita, generi vita».
E, parlando della “maternità” della Lettonia Bergoglio ricorda che questa si manifesta «anche nella capacità di creare opportunità di lavoro, in modo che nessuno debba sradicarsi per costruire il proprio futuro. L’indice di sviluppo umano si misura anche dalla capacità di crescere e moltiplicarsi. Lo sviluppo delle comunità non si attua e nemmeno si misura unicamente per la capacità di beni e risorse che si possiedono, ma per il desiderio che si ha di generare vita e creare futuro. Questo è possibile solo nella misura in cui ci sono radicamento nel passato, creatività nel presente e fiducia e speranza nel domani».