"Adoro questo ufficio ma il futuro dell'America è più importante di un titolo”. È uno dei passaggi più nobili del solenne discorso televisivo con il quale Joe Biden ha spiegato perché ha deciso di abbandonare la campagna elettorale per la rielezione nelle elezioni presidenziali del 5 novembre.
Biden, che aveva la voce roca dopo aver superato il Covid, non ha fatto nessun accenno alle sue condizioni di salute e al suo decadimento fisico e mentale. Anzi, ha dichiarato di ritenere che il suo operato come presidente "meriti un secondo mandato", ma che "nulla può ostacolare la salvezza della nostra democrazia”.
“Nelle ultime settimane mi è apparso chiaro”, ha spiegato, “che devo unire il mio partito in questo impegno critico. Credo che i miei risultati come Presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione del futuro dell'America meritassero un secondo mandato. Ma niente, niente può ostacolare la salvezza della nostra democrazia. Perciò ho deciso che il modo migliore per andare avanti è passare il testimone a una nuova generazione. È il modo migliore per unire la nostra nazione. So che c'è stato un tempo e un luogo per i lunghi anni di esperienza nella vita pubblica. Ma c'è anche un tempo e un luogo per nuove voci, voci fresche, sì, voci giovani. E quel tempo e quel luogo sono adesso”.
Biden ha parlato per 11 minuti dallo Studio Ovale, con la moglie Jill, il figlio Hunter e la figlia Ashley che lo ascoltavano nella stanza, non inquadrati dalla telecamera, insieme ad alcuni membri chiave dello staff della Casa Bianca. "Ho deciso che il modo migliore per andare avanti è passare il testimone a una nuova generazione", ha aggiunto Biden, che ha ricoperto cariche pubbliche per oltre mezzo secolo, come senatore, vicepresidente di Obama e presidente negli ultimi quattro anni. Biden ha promesso di "portare a termine il lavoro per il popolo americano" prima della fine del suo mandato nel gennaio del prossimo anno e ha definito la sua vice Kamala Harris, 59 anni, una partner "esperta, tenace e capace”.
Biden non ha mai citato Donald Trump. Ha preferito volare alto. "Il bello dell’America”, ha detto, “è che qui non governano re e dittatori. È il popolo che governa. La storia è nelle vostre mani. Il potere è nelle vostre mani. L'idea dell'America è nelle vostre mani".
Riferendosi alla campagna elettorale e all’indicazione di votare la sua vice Kamala Harris, Biden ha detto: “Tra pochi mesi, il popolo americano sceglierà il corso del futuro dell'America. Io ho fatto la mia scelta. Ho reso note le mie opinioni. Vorrei ringraziare la nostra grande vicepresidente, Kamala Harris. Ha esperienza, è tenace, è capace. È stata una partner incredibile per me e una leader per il nostro Paese”.
Il giornalista Peter Baker, che da anni segue da vicino le vicende della Casa Bianca, ha scritto sul New York Times: “Ha sempre saputo che avrebbe tenuto un discorso come questo. Ha solo pensato, o sperato, che sarebbe stato tra più di quattro anni. Tuttavia, anche se non si è trattato tecnicamente di un discorso d'addio, con sei mesi ancora di mandato e altre attività presidenziali da svolgere, è stato l'inizio del lungo addio di Joe Biden”.
Biden ha parlato al termine della giornata in cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato per la quarta volta nella sua vita (più di Churchill, ma è anche il più longevo capo di governo israeliano) al Congresso degli Stati Uniti riunito in seduta comune.
Netayahu ha parlato troppo, per quasi un'ora in un Campidoglio dove si notavano le numerose defezioni dei democratici (circa 80 secondo la Cnn) e all’esterno del quale risuonavano le fragorose proteste di migliaia di manifestanti filo palestinesi che lo hanno assediato anche davanti al suo hotel al Watergate (davanti al quale hanno liberato centinaia di grilli e di vermi). Netanyahu ha apostrofato sprezzantemente in aula i contestatori come "utili idioti dell’Iran". Netanyhau ha difeso il suo operato a Gaza, ha attaccato Hamas e l’Iran, ma non ha svelato nessun piano concreto per porre fino al conflitto. A Tel Aviv il suo intervento è stato duramente criticato dai familiari degli ostaggi, che gli rimproverano di non aver concluso un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas dal 7 ottobre del 2023. Ora Netanyahu vedrà Biden, Kamala Harris e anche Trump, con il quale si incontrerà in Florida.