Don Valerio Chiovaro, 50 anni. Foto da Facebook
Per ammissione dello stesso autore è «il breve diario di un pellegrinaggio con personaggi amici, anonimi e celebri, ora in dialogo ora in silenzio, o a recitare il loro monologo dell’ascolto nella Terra dell’Incontro. Qui, a loro – tra grida e sussurri –, Dio si fa presente». In un momento storico in cui Gerusalemme si allontana nuovamente dal suo significato etimologico (vuol. dire "città della pace") arrossandosi di sangue, don Valerio Chiovaro, 50 anni, giornalista e saggista, ma anche educatore (è responsabile del settore universitario dell'Ufficio scuola dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova) propone un itinerario che dilata il respiro e rinfranca l'anima. Il libro che ha firmato si chiama Dove cielo e terra si baciano (edizioni Attendiamoci). Parlano, a partire da brani della Scrittura Maria , Giuseppe, i re Magi, Pietro, la samaritana, Bartimeo, Anna e Giovanni. Ci si misura con festività ebraiche come Hannukka, la festa delle luci, in cui getta radici il nostro Natale. Spiritualità e geografia, Bibbia e storia s'intrecciano. Apre il volume la prefazione di monsingor Piebattista Piazzaballa, Patriarca di Gerusalemme. Che pubblichiamo integralmente.
Monsignor Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, 56 anni. Foto Reuters.
Quasi a passo di danza si susseguono le parole di questo esile libro (ora riedito anche in formato eBook) che conduce il lettore non solo a visitare la Terra della Promessa, il cui Volto polveroso è stato baciato dal Cielo, ma lì, dentro al Mistero, che di volta in volta l’autore attraversa, sostenuto dalla consapevolezza di una fede profonda e immerso nello stupore del viandante che si apre all’ignoto dell’Incontro. Non si può leggere tutto d’un fiato un libro come questo, che pure ha poco più di cento pagine. Bisogna avere il tempo di fermarsi per centellinarlo, per ascoltarne i colori e gustarne le immagini, assorbirne le allusioni e le suggestioni che possono provenire soltanto da un linguaggio intensamente poetico, come quello che don Valerio Chiovaro, nostro amico e ottimo conoscitore della Terra Santa e delle sue culture, ha usato qui con generosa abbondanza. Avvenimenti e personaggi quasi sempre tratti direttamente dalle Scritture Sacre sono liberamente interpretati alla luce dell’esperienza personale dell’autore, presbitero dal cuore grande e dalla mente acuta, capace di cogliere le pieghe più profonde di quei luoghi e di quegli avvenimenti che, entrati nella nostra storia, l’hanno resa Storia della Salvezza.
L’autore non ignora il contesto in cui questa Storia si è svolta e fa riferimenti precisi – storicamente documentati ed evocativi insieme –, anche riguardo i temi più tipicamente veterotestamentari che tuttora plasmano la vita della Terra Promessa. Egli descrive uomini e cose con la libertà dei poeti, che vanno oltre la “lettera” per darci lo “spirito” della realtà che osservano, e offrirci un’interpretazione personalissima di essa, ma capace (come solo la poesia e la Scrittura sanno fare) di restituirla a tutti in modo più ricco.
Don Valerio, ispirandosi a vicende e personaggi di cui la Scrittura ci offre in realtà solo qualche tratto, cerca per così dire di “entrare nei meandri” del cuore e della mente dei protagonisti, che – parlando in prima persona – rivelano percorsi interiori di ricerca e di fede, di speranza e di scoperta, di fallimento e di riscatto, di amore e di dolore, di stupore e di dono (si veda per esempio, l’incontro di Gesù con la peccatrice perdonata). In questo modo, siamo posti di fronte a un testo che, mentre offre un’originale interpretazione della Scrittura, accompagna contemporaneamente il lettore ad inoltrarsi a sua volta nei meandri del proprio cuore, della propria mente e del proprio spirito, e lo conduce a identificarsi ora con l’uno ora con l’altro dei personaggi descritti e a compiere così il proprio “viaggio” da solo verso l’ultima stanza (pp. 107-110), per abbeverarsi direttamente alle Sorgenti capaci di dissetare “ogni sete”, come diceva S. Cassiano delle Scritture Sacre. Auguro dunque buona lettura a coloro che vorranno raccogliere l’invito ad iniziare questo “viaggio” virtuale nella Terra della Promessa, con l’aiuto di un simile compendio esistenziale e spirituale, compagno capace di ricordarci che persino il tutto, senza mistero, diventa niente. (p. 20). Accettando questo invito, infatti, si potrà giungere alla gioia di scoprire che altro è dal Dio che ti abbandona, il Dio che ti si abbandona.
+ Pierbattista Pizzaballa
Patriarca di Gerusalemme dei Latini