«Vietato
rottamare le famiglie». Lo striscione posto sotto il palco del
Circo Massimo riprende il concetto più caro a Matteo Renzi. Ma il
feeling con il Governo si ferma qui. Per il resto la piazza del Circo
Massimo è tutta di lotta con parole che gli
organizzatori fanno suonare preoccupate all’orecchio del premier in
vista delle prossime elezioni amministrative e del referendum sulle
riforme costituzionali. Lo spiega con chiarezza e severità Massimo
Gandolfini, l’anima del Family Day, che parla alla fine, dopo che
sul palco si sono alternati rappresentanti di movimenti e
associazioni dei cattolici più tradizionalisti: «Qui ci sono
elettori di tutti i partiti. Vi dico guardate chi vi sta aiutando e
chi vi oscura». Gandolfini cita espressamente le prossime elezioni
amministrative, fa appello alla coscienza dei parlamentari e
ammonisce: «Un giorno dovrete dare conto delle vostre azioni».
Non c’è spazio di mediazione negli interventi che si sono
susseguiti per circa tre ore. Il disegno di legge Cirinnà, tuona
Gandolfini «sia totalmente respinto, non bastano operazioni di
maquillage». Nessuna possibilità per unioni civili, per unioni
omosessuali, perché nessuna legge soddisfa il palco dell’ultimo
Family Day. La piazza del Circo Massimo è una sfida totale. Alla
fine l’unico che prova a riportare le cose ad un punto di maggior
riflessione è proprio Gandolfini, che tuttavia non può correggere
le parole d’ordine ascoltate in precedenza. Ragiona sulla crisi e
sulla povertà delle famiglie, spiega che il disegno di legge Cirinnà
potrebbe costare molti soldi in termini di pensioni di reversibilità
e difende la piazza: «La piazza è l'unico modo
civile e onesto, per noi che non abbiamo lobby potenti, per mostrare
qual è il sentire comune. L’uomo e la donna formano il matrimonio,
le altre sono alchimie». Poi aggiunge: «Non vogliamo fare
guerre a nessuno, né ghettizzare nessuno ma alle elezioni, anche a
quelle amministrative ricordiamoci chi si è messo con la famiglia e
i bambini e chi si è dimenticato di questo diritto rendendo
possibile l'abominevole pratica dell'utero in affitto». Poi chiede
ai politici: «L'Italia è un paese ricchissimo tanto da potere
allargare il diritto ad avere la pensione?». E ricorda che «nel
nostro Paese un milione e 420 famiglie sono al di sotto della soglia
di povertà». Toni durissimi contro la pratica dell’utero in
affitto e contro l’adozione di figli da parte dei gay.
Ma se dal
palco sono volate parole pesantissime tra la gente la riflessione è
maggiore e i toni più pacati almeno ad ascoltare qua e là. C’è
chi è contro qualsiasi regolamentazione delle unioni civili, chi
ritiene che si debba rivedere e rafforzare le norme del Codice civile
sui diritti individuali, chi vede bene una legge, ma senza che essa
riferisca all’articolo 29 della Costituzione sulla famiglia naturale,
chi rimpiange il disegno di legge del governo di Romano Prodi sui
Dico. Molti ricordano le parole di papa Francesco sulla confusione
tra matrimonio e altre unioni, come consiglio da ascoltare per tutti
i politici.
Al Circo Massimo si sono visti anche alcuni sindaci con
la fascia tricolore, tra cui il vice-presidente dell’Anci,
l’associazione dei Comuni d’Italia, il sindaco di Chieti Umberto
Di Primio. Sono venuto, dice, «per ascoltare le persone»: «Siamo
noi che alla fine facciamo le politiche per la famiglia, perché
siamo l’istituzione più vicina alla gente e noi difendiamo i
diritti delle famiglie e di tutti gli altri. Non sono affatto
contrario ad una norma sulle unioni civile, ma che sia chiara, senza
riferimento all’articolo 29 della Costituzione e che non preveda
l’adozione per le coppie gay». Con la fascia c’è anche il
sindaco di sant’Egidio alla Vibrata un comune in provincia di
Teramo in Abruzzo: «Ho messo la fascia perché il Consiglio
Comunale ha votato mesi fa, il 26 novembre 2015, e dunque non in
mezzo alle polemiche di oggi, un ordine del giorno sul rispetto della
famiglia naturale». Il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli
invece non indossa la fascia tricolore: «Non posso rappresentare
il Consiglio perché noi non abbiamo votato alcun ordine del giorno.
Lo faremo. Ma credo che si possa fare una buona legge soltanto se si
mettono da parte le confusioni».
Resta da dire qualcosa sul numero.
Nessuna fonte indipendente ha fornito cifre sulla partecipazione. Dal
palco durante la manifestazione sono stati annunciati prima un
milione di persone e poi due milioni.