«La testimonianza dei martiri mostra a tutti coloro che hanno ascoltato la loro storia, ieri e oggi, che i piaceri mondani non danno gioia e pace duratura.
Piuttosto la fedeltà a Dio, l'onestà, l'integrità della vita e la
genuina preoccupazione per il bene degli altri ci portano quella pace
che il mondo non può offrire». Lo ha detto il Papa nell'omelia letta in italiano durante la Messa celebrata nel santuario di Namugongo a ricordo di diversi giovani fatti uccidere perché cristiani dal re Mwanga II, tra il 15 novembre 1885 e il 27 gennaio 1887. «L'apertura verso gli altri», ha precisato Francesco, «incomincia nella famiglia, nelle nostre
case, dove si impara la carità e il perdono, e dove nell’amore dei
nostri genitori si impara a conoscere la misericordia e l’amore di Dio.
Tale apertura si esprime anche nella cura verso gli anziani e i poveri,
le vedove e gli orfani».
Il santuario sorge
all'interno di un grande parco naturale, non lontano dalla capitale, Kampala. Francesco ha celebrato
all'aperto, in un tripudio di inni e immagini, davanti ad una folla
immensa. Il rito ha
intrecciato canti, lingue e tradizioni locali, con quelle del rito latino:
eseguiti mirabilmente il Kyrie in latino, il Gloria in lingua luganda e
l'Angnus dei in latino. Bergoglio s'è recato nel luogo in cui, avvolti in tappeti
incendiari, furono arsi vivi alcuni dei martiri ugandesi, tra cui Carlo
Lawanga, uno dei più venerati. Prima di giungere al santuario cattolico
papa Bergoglio ha visitato quello anglicano (gli ugandesi fatti
martirizzare alla fine dell'Ottoceno dal re Mwanga II erano sia cattolici
che anglicani), dove ha pregato davanti alle reliquie di 23 martiri
anglicani. Accolto da una quarantina di vescovi anglicani, papa
Francesco, prima di congedarsi, ha anche benedetto la folla insieme a
tutti loro, con un gesto dalla forte valenza ecumenica.
Namugongo è meta
di pellegrinaggio dal Paese e da quelli vicini, da parte di migliaia di
persone. Non si comprende l'Uganda contemporanea se non si ha presente
la storia di questi giovani cattolici e anglicani che si lasciarono
uccidere da un re che in un primo tempo li aveva accolti con benevolenza
e poi chiese loro di rinnegare il cristianesimo. Andrea Kaggwa, cui il
Papa ha reso omaggio ieri a Munyonyio, - dove il re decise il martirio
di questi giovani - fu ucciso sia per non aver rinnegato la fede che,
come capo dei paggi del re, per essersi opposto ai desideri omosessuali del
sovrano nei confronti di questi ragazzi: il più piccolo dei martiri,
Kizito, aveva 12 anni.
La forma del santuario cattolico di Namugongo
evoca la forma della capanna tradizionale della etnia Baganda, e poggia
su 22 pilastri, a ricordo dei 22 martiri cattolici. La messa è per il
50mo anniversario della canonizzazione dei martiri ugandesi, proclamata
da Paolo VI a Roma.
Nei primi tre giorni dello storico viaggio del Papa un appello a che
il nome di Dio non venga usato per giustificare la violenza e uno per
un'intesa sul clima in vista del vertice Cop21
di Parigi. Bergoglio ha parlato anche di corruzione uno "zucchero", ha
detto, al quale i giovani non devono cedere e sottolineato che esiste
"anche in Vaticano".