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domenica 15 settembre 2024
 
 

Il premier in giallo

06/04/2010  Un thriller mozzafiato sui misteri di un primo ministro britannico che assomiglia a Tony Blair...

Era parecchio tempo che non si vedeva un così bel thriller sul grande schermo. E non solo perché a firmarlo è Roman Polanski, uomo dalla storia controversa ma regista eccelso che nella sua lunga e variegata filmografia (consacrata da una Palma d’oro a Cannes e dai 3 Oscar vinti nel 2003 con Il pianista) ha dato saggio di come si traduca la suspense in immagini con film come Rosemary’s Baby, Chinatown, Frantic, La nona porta. A dargli infinite sfaccettature e un’attualità che dalla pura fiction deborda nella cronaca internazionale, è infatti la profondità di un copione (tratto dal romanzo The ghost writer di Robert Harris) che ammicca dichiaratamente a una delle figure politiche più discusse della storia contemporanea: l’ex primo ministro inglese Tony Blair. E alla sua ancor più chiacchierata (non perché “coniglietta” ma perché troppo influente e scaltra) consorte, Cherie.
 
A L’uomo nell’ombra (questo il titolo italiano della pellicola in uscita nelle nostre sale proprio in questi giorni) i giurati del Festival di Berlino hanno attribuito l’Orso d’argento per la regìa, in pratica il secondo premio. Polanski, però, non si è potuto presentare a ritirarlo in quanto agli arresti domiciliari nella sua villa di Gstaad, in Svizzera, in seguito al mandato di cattura internazionale americano pendente sulla sua testa da 33 anni per la presunta violenza su una minorenne a Hollywood, nella casa di Jack Nicholson. Vicenda legale assai controversa sulla quale è difficile pronunciarsi (tra l’altro la presunta vittima, oggi serena madre di famiglia, ha perdonato pubblicamente il regista) ma la cui esagerata durata pare prefigurare una sorta di rivalsa nei confronti di Polanski, che ha sempre messo sotto accusa le autorità americane per l’assassinio nel 1969 di sua moglie Sharon Tate, all’epoca all’ottavo mese di gravidanza, da parte di una setta satanica guidata dal folle Charles Manson. Accuse infamanti. «Vorrei essere giudicato per il mio lavoro e non per la mia esistenza», ha dichiarato un amareggiatissimo Roman Polanski, 76 anni (sposato da venti con l’attrice Emmanuelle Seigner dalla quale ha avuto due figli: Morgane ed Elvis), all’indomani del premio conferitogli dalla Berlinale.

In attesa che si risolva l’aspra battaglia legale tra gli avvocati del regista e la procura di Los Angeles, perché non aderire alla sua richiesta? Se non altro ricordando che Polanski ha firmato pellicole come Cul-de-sac, Per favore non mordermi sul collo, Tess, Oliver Twist, pilastri della storia del cinema degli ultimi cinquant’anni. Tra l’altro poi L’uomo nell’ombra rischia, a buon diritto, di passare agli annali come uno dei suoi film migliori. Al centro dell’intricata vicenda un “ghost writer” londinese contattato in fretta e furia per completare la realizzazione dell’atteso best seller di Adam Lang, giovane e assai discusso ex primo ministro del Regno britannico. L’uomo, ambiguo e fascinoso, vive ritirato nella villa messagli a disposizione dall’editore in un’isoletta al largo della costa americana sull’Atlantico. In 24 ore lo scrittore si ritrova catapultato in una realtà che gli appare fuori dal mondo: cieli plumbei, spiagge deserte battute dai flutti, agenti dei servizi di sicurezza a protezione dell’illustre uomo politico, una segretaria davvero tuttofare, una moglie troppo intelligente per apparire soddisfatta e poi lui, l’ex primo ministro, inafferrabile e indefinibile tra impegni, viaggi in aereo e convegni più o meno segreti. Più andrà avanti e più si renderà conto, il povero scrittore, che la biografia ufficiale di Adam Lang è un cumulo di menzogne e artifici.

Perché allora non dare credito a chi gli dice che il suo predecessore non è morto affogato accidentalmente, cadendo dal traghetto per l’isola? E se, adesso che è così vicino alla verità, volessero morto anche lui? La suspense cresce fino a essere insostenibile grazie anche alle belle interpretazioni di Pierce Brosnan (ex 007 perfetto nei panni dell’ex ministro alla Tony Blair), Kim Cattrall (la fidata segretaria), Olivia Williams (la moglie insoddisfatta), Tom Wilkinson (inquietante doppiogiochista), il vecchio Eli Wallace (splendido il suo cammeo) e soprattutto Ewan McGregor (lo scrittore ombra). «Nei miei film mi preoccupo dell’imprevisto, di rendere credibile ciò che non pare tale», spiega Polanski. «La vita, per me, è così. Non possiamo controllare ciò che succederà là fuori».

 
 
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