«This is the ring». Con questa battuta l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, dopo aver concluso l’intervista a Radio Vaticana, ha mostrato ai presenti l’anello che porta al dito e che rappresenta un frammento di storia dell’ecumenismo.
Il curioso fuoriprogramma è stato raccontato da Vatican News che ha ricostruito la storia dell’anello. Era il 23 marzo 1966, e all’allora primate anglicano, Michael Ramsey venne a Roma a visitare Paolo VI. Erano passati quattro secoli dalla separazione della Chiesa d’Inghilterra da quella di Roma. Il Pontefice bresciano, oggi santo, compì in quella occasione un gesto straordinario. Dopo aver fatto discretamente verificare in precedenza se Ramsey avrebbe accettato il dono, si tolse l’anello episcopale e lo mise al dito dell’arcivescovo di Canterbury. Il sondaggio preventivo era stato affidato dal Papa al suo fedele segretario don Pasquale Macchi, che rivolse la domanda al reverendo John Andrew, allora cappellano di Ramsey.
Il gesto arrivò a sorpresa, all’esterno della basilica di San Paolo fuori le Mura, dove Paolo VI e il primate anglicano avevano pregato insieme e avevano firmato una storica Dichiarazione congiunta tra le due Chiese. Il Papa, avvicinandosi a Ramsey, gli chiese di togliersi l’anello e dopo che questi lo fece, sfilò il suo anello episcopale realizzato in oro e pietre, e lo mise al dito dell’arcivescovo di Canterbury, che pur sapendo di dover ricevere un dono non immaginava quel gesto pubblico.
Anche il primate anglicano, il giorno precedente, aveva sorpreso Paolo VI con un gesto imprevisto e spontaneo, nel corso dell’udienza privata con il Pontefice, quando si era inginocchiato davanti a lui. Ramsey tenne quell’anello al dito, “segno di stima, di amicizia e segno di unità” – come lo ebbe a definire don Macchi - e oggi il suo successore Welby lo indossa mentre si trova a Roma. L’anello porta inciso lo stemma di Papa Montini.