Mohammad Sayed aveva solo 5 anni quando fu colpito da una bomba in Afghanistan, dove viveva. Una deflagrazione violenta che lo rese paralizzato. Pochi giorni dopo la disgrazia perse la mamma per un tumore e fu abbandonato dal padre in un ospedale di Kabul. Qui Mohammad crebbe da solo, senza perdersi d’animo, imparando l’inglese dalla Bbc, ingegnandosi con piccoli lavoretti di elettronica e proponendosi come traduttore di farsi. Poi, nove anni dopo, un incontro fortunato con una donna americana che lavorava come infermiera nel suo paese e che decise di adottarlo. Iniziò così una nuova vita per lui, che si trasferì a Boston finalmente con una famiglia che si prendeva cura di lui.
Poi due anni fa l’illuminazione: stava seguendo una mostra di fumetto a nella sua città quando, di fronte ai tanti cosplayer vestiti da supereroi, pensò che fino ad allora nessuno aveva mai pensato a un supereroe sulla sedia a rotelle. Un supereroe speciale che invece di usare le armi, combatteva contro i cattivi facendo loro capire le conseguenze delle loro azioni. Perché nel frattempo il ragazzo, ora diciannovenne, si era appassionato alle vite di personaggi come Gandhi e Martin Luther King, testimoni di pace e non violenza. È nato così Wheelchair Man, ispirato alla sua vita: è un adolescente, immigrato e musulmano, che lotta contro l’odio e vuole rendere il mondo un posto migliore. Lui scrive le storie, e i disegni sono dell’artista Arielle Epstein.
«In Afghanistan non abbiamo supereroi, questo è il primo. Quindi penso che un sacco di bambini afgani quando lo leggeranno saranno molto colpiti», ha detto Mohammad. Il ragazzo ha raccolto i fondi per realizzare questa storia sul sito crowd-sourcing GoFundMe. Il suo obiettivo è quello di diffonderne copie negli ospedali e nei centri di riabilitazione di tutto il mondo. Egli ha anche in programma di realizzare un franchise che comprende personaggi come capitano Afghanistan, e un'eroina sulla sedia a rotelle.