Senz’altro la Regina Elisabetta avrà sollevato almeno un sopracciglio questa mattina leggendo, su “Newsweek”, che il nipote Harry non vuole davvero sedersi sul trono perché si tratta di un compito molto faticoso e stressante.
“Nessuno nella famiglia reale vuole diventare re”, ha detto al settimanale americano, “Lo facciamo per il bene della gente”.
Elisabetta che, ancora a 91 anni, lavora decine di ore ogni settimana e dedicato alla corona la vita senza mai lamentarsi.
Nei due diversi atteggiamenti - il silenzio impegnato della sovrana che non ha mai parlato a un giornalista e l’apertura schietta del nipote che potrebbe un giorno prendere il posto della nonna – sta il divario generazionale che sta trasformando l’istituzione più importante del Regno Unito.
Nella stessa intervista, che sta facendo il giro del mondo Harry, quinto in linea di successione al trono, dopo il padre Carlo e il fratello William e i figli di quest’ultimo George e Charlotte, critica anche, indirettamente, papà e nonna raccontando la sofferenza di dover camminare, a soli 12 anni, dietro la bara della mamma Diana, il 6 settembre di vent’anni fa.
“Era appena morta e io ho dovuto seguirne la bara, circondato da migliaia di persone mentre in milioni mi guardavano alla televisione”, spiega, “Non penso che a nessun bambino dovrebbe mai venire chiesto di fare tanto e non penso che succederebbe oggi”.
Un’esperienza che gli ha provocato attacchi di panico, in età adulta, quando il suo corpo veniva scosso “come una lavatrice” mentre Harry non riusciva a rimanere in una stanza piena di persone.
Il principe ce l’ha fatta – lo racconta sempre lui – a superare il trauma della perdita della mamma, grazie alla psicoterapia, ed è oggi, a 32 anni, un uomo maturo che guarda alla vita con fiducia. Fidanzato con l’attrice americana Meghan Markle, dice, nell’intervista, di sperare di avere, un giorno, figli suoi.
Quest’ intervista, pubblicata insieme alla notizia dell’ennesimo ricovero del duca di Edimburgo, che, a 96 anni, è stato colpito da un’altra infezione, mostra come la monarchia è cambiata per sempre.
E’ lo stesso Harry a raccontarlo nella stessa intervista.
“La monarchia è una forza per il bene”, dice, “e vogliamo continuare l’atmosfera positiva che la Regina è riuscita a mantenere per oltre sessant’anni ma non la copieremo. Vogliamo modernizzare la monarchia e non lo facciamo per noi stessi ma per il bene della gente”.
Come non ripensare alla figura di Diana, ai suoi scontri con la corte perché voleva uno stile più informale, perché desiderava avvicinarsi ai poveri e ai malati e toccarli con mano, perché non si sottraeva quando la folla la cercava e, a volte, la sfidava?
Fu la principessa triste a portare i figli, che avevano appena sei e otto anni, tra i senzatetto e i malati di Aids, incoraggiata a fare così proprio da madre Teresa di Calcutta e fu sempre lei ad abbracciarli calorosamente in pubblico, a volerseli tenere vicino mentre l’etichetta di corte imponeva che venissero affidati a una nanny.
Con questa intervista Harry dimostra che quell’eredità è stata raccolta e che la monarchia cambierà ancora.
Ricorrono, il prossimo 31 agosto, i vent’anni dalla morte di Diana e Harry dice che gli ha insegnato la normalità, portandolo a contatto con i più poveri e spiega come faccia sempre la spesa, da solo, al supermercato anche se, quando si allontana dal bancone del macellaio, teme sempre qualche scatto dei fotografi. “Ho scelto le “charities” che mia madre mi avrebbe consigliato”, dice.
Un Harry disposto a salire al trono per amore del paese con il sostegno della mamma defunta ma anche della nonna.
Senz’altro la Regina, anche se un po’ a malincuore, avrà dato l’ok a questa intervista che segna l’impegno per il trono delle nuove generazioni.
Raccontare le emozioni ed abbracciare i poveri non è mai stato lo stile di Elisabetta, che pure ha accettato di chinare il capo e ammainare lo stendardo quando è morta Diana, ma la monarca accetta che i tempi sono cambiati.
Lo conferma lo stesso Harry nell’intervista, parlando del rispetto che ha per la nonna, e del fatto che lei gli dà mano libera invitandolo a pensare a quello che fa e impegnarsi davvero a fondo per i sudditi. Come ha sempre fatto Elisabetta stessa.