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lunedì 07 ottobre 2024
 
 

Il Quatuor pour la fin du Temps risuona a Palazzo Farnese

26/04/2023  La composizione di Olivier Messiaen, suonata per la prima volta nel 1941 in un campo di prigionia, ispirata dall'Apocalisse, sarà eseguita il 30 aprile nella rassegna di concerti del progetto DOMUS ARTIUM. Tra gli interpreti spicca il violinista francese Renaud Capuçon

Nel 1939, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il compositore francese Olivier Messiaen (1908-1992) ha 31 anni e viene  richiamato dall’esercito a prestare servizio in un ospedale di guerra. Forse un trattamento di riguardo, lontano dal fronte, per un musicista che era già stato organista nella chiesa della Trinità di Parigi.

Nel 1940 Messiaen cade prigioniero dei tedeschi e viene  internato nel campo di Görlitz denominato Stalag VIII A, nella Slesia polacca."Come tutti gli altri prigionieri”, ha raccontato in seguito il compositore, “dovetti spogliarmi. Nudo com'ero, continuavo a stringere, con uno sguardo spaventato, un sacchetto che conteneva tutti i miei tesori. E cioè una piccola libreria di partiture d'orchestra in formato tascabile che sarebbero state la mia consolazione quando, come gli stessi Tedeschi, avrei sofferto la fame e il freddo. Questa eclettica, piccola libreria, andava dai Concerti Brandeburgesi di Bach alla Suite lirica di Alban Berg".

Nel campo di prigionia Messiaen incontra altri tre musicisti: il violinista Jean Le Boulaire, il clarinettista Henri Akoka  e il violoncellista Etienne Pasquier. La circostanza spinge Messiaen a sfruttare il tempo della prigionia per creare musica. Egli compone dapprima un Trio e quindi un quartetto nel quale lui assume il ruolo di pianista. Nasce così il Quatuor pour la fin du Temps, Quartetto per la fine del Tempo.  La prima esecuzione avviene il 15 gennaio 1941, nel gelo, davanti a 5 mila  prigionieri del campo di concentramento. Messiaen fu poi liberato a febbraio e la prima esecuzione pubblica del quartetto avvenne a Parigi, al Théâtre des Mathurins, il 24 giugno 1941.

Il Quatuor pour la fin du Temps è in otto movimenti. “Il titolo”, ha scritto il musicologo Sandro Cappelletto, “potrebbe indurre a ritenere che la composizione sia stata immediatamente ispirata dalla guerra, ma in realtà si tratta di un'opera che propone - com'è abituale nella musica di Messiaen - lo svolgimento di un tema teologico”. Per Messiaen la fonte di ispirazione è un passo del X capitolo dell'Apocalisse di San Giovanni: «Ho visto un angelo pieno di forza discendere dal cielo, rivestito di una nube, con un arcobaleno sulla testa. Il suo volto era come il sole, i suoi piedi come colonne di fuoco. Posò il piede destro sul mare, il piede sinistro sulla terra, e, in piedi sul mare e sulla terra, alzò la mano verso il Cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, dicendo: Non ci sarà più Tempo; ma il giorno della tromba del settimo angelo il mistero di Dio si compirà».

Questa composizione intrisa di spiritualità sarà seguita domenica 30 maggio alle 19 nella Sala d’Ercole di Palazzo Farnese a Roma, sede dell’Ambasciata di Francia. Il concerto fa parte della programmazione di DOMUS ARTIUM,  un progetto ideato da Barrett Wissman e dedicato  all'eccellenza nelle arti e al recupero della tradizione delle famiglie che aprono le porte delle proprie dimore e palazzi storici a concerti, mostre e momenti conviviali. Per l’occasione sarà l’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, un grande appassionato di arte e di musica, ad aprire la sua residenza.

Il quartetto sarò eseguito da Renaud Capuçon (violino) Kian Soltani (violoncello),  Pascal Moraguès (clarinetto),  Hélène Mercier (pianoforte). Spicca la presenza di Renaud Capuçon,47 anni, artista di fama internazionale, descritto in un ampio ritratto del quotidiano Le Monde in questi termini: “ha un'agenda da ministro, la disciplina di un atleta di alto livello – zero alcol, pisolini sugli aerei, prove quotidiane – e una rubrica piena di nomi di grandi imprenditori”. Imprenditori e mecenati che gli consentono si esibirsi con violini preziosi, creati da liutai come Stradivari e Guarneri.

 
 
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