Sono i denari della carità, che si
trasformano in progetti anticrisi
per tanti italiani che non ce la
fanno. Ma sono anche i numeri
di un impegno internazionale che non
ha paura della sfida della globalizzazione
canaglia, quella che non si coniuga
con la parola solidarietà. La Caritas italiana
illustra tutto, fino all’ultimo centesimo,
nel Rapporto 2012: 48 milioni di
euro spesi, di cui tre e mezzo per la gestione
complessiva della “macchina”
(il 7 per cento).
Insomma la Caritas non si arrende,
spiega il direttore don Francesco Soddu,
che ha preso il posto dopo 11 anni
di don Vittorio Nozza, e «continua a far
emergere e ad assumere bisogni che la
crisi nasconde e a cui nessuno offre risposte
».
La lettura e l’analisi delle crisi
occupa un posto di rilievo. Perché non
ci sono solo migliaia di progetti finanziati,
ma anche lo studio delle situazioni
con i Rapporti sulla povertà in Italia e
sulle guerre dimenticate, con la Campagna
“L’Italia sono anch’io” sul diritto di
cittadinanza agli stranieri immigrati,
con la partecipazione alla redazione dello
Shadow Report, il “Rapporto ombra”
sulle conseguenze delle misure di austerità
e dei tagli al sistema del welfare in
tutta Europa, redatto da 23 Caritas europee
e inviato all’Unione, che denuncia
l’enfasi dei Governi europei sulla protezione
alle persone più vulnerabili, che
invece nasconde un aumento della povertà
e dell’esclusione sociale. Ma anche
in Italia le cose non vanno.
Alle varie Caritas
parrocchiali e diocesane si sono rivolte
nel 2012 quasi 40 mila persone, il
20 per cento in più rispetto all’anno precedente
e la metà ha chiesto cibo, medicine,
abiti, poca roba, perché non ce la
fa più nemmeno a mangiare.
La Caritas ha finanziato 258 progetti
per famiglie in difficoltà, minori, immigrati,
detenuti, anziani, anche con i
fondi dell’otto per mille. Le iniziative
diocesane di contrasto alla povertà sono
in tutta Italia 958 con un aumento
nell’ultimo anno del 22 per cento. Sono
aumentati soprattutto i progetti che riguardano
sostegno economico a fondo
perduto, le consulenze per trovare casa
e lavoro, l’apertura delle botteghe e dei
supermercati solidali, dove si fa la spesa
gratis attraverso un sistema a punti,
il finanziamento di carte prepagate.
Il
Rapporto lamenta i tagli governativi al
Servizio civile nazionale, che hanno
comportato «notevoli disagi e difficoltà
». Arranca, secondo il documento, il
“Prestito della Speranza” lanciato dalla
Conferenza episcopale quasi tre anni
fa, garantito da un fondo straordinario
specifico costituito alla Cei, la cui gestione
è stata affidata alla Caritas, con regole
ancora troppo rigide, nonostante la
loro costante revisione: nel 2012 sono
pervenute 6 mila domande, ma ne sono
state evase solo la metà per un importo
totale di 17 milioni di euro. Il
Rapporto fa anche il punto sul denaro
ricevuto per il terremoto in Emilia: 10
milioni di offerte più 3 della Cei con i
quali sono stati costruiti 17 centri di comunità.
All’estero la rete di Caritas italiana
ha progetti di varia natura in 92
Paesi del mondo.
Tra gli ultimi impegni c’è un complesso
programma elaborato insieme a Caritas
Turchia per l’assistenza a 4 mila famiglie
profughe dalla Siria, che non sono
state accolte in nessun campo, che
prevede aiuto, orientamento legale e assistenza
medica, e il gemellaggio che
partirà a settembre con le 40 parrocchie
della Grecia per sostenere le famiglie
cattoliche, le più dimenticate dentro la
spaventosa crisi di Atene.