Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 13 settembre 2024
 
dossier
 

Il regalo di Renzo Piano alla sua Genova

29/08/2018  Un contributo, il suo, che farà parte di un'opera corale per ridare dignità e bellezza alla sua città così duramenete colpita dal crollo del viadotto Morandi. Alla base l'idea del significato stesso della parola ponte: "qualcosa che unisce e supera ostacoli".

Era a Ginevra quando è crollato il ponte della sua città ma non ha potuto, l'archistar Renzo Piano, rimanere insensibile di fronte alla tragedia che ha colpito Genova, la sua città. Ha raccontato che da allora non ha mai smesso di pensarci e per questo ha fatto sentire la sua presenza con un regalo, un suo progetto per il nuovo ponte che sostituirà il Morandi. Ha presentato la sua idea, con un plastico, ieri in Regione  incontrando il governatore Toti e il sindaco di Genova Bucci e chi lo ha visto lo definisce «bellissimo, nulla a che vedere col vecchio viadotto». Il ponte pensato da Piano è completamente diverso dal viadotto Morandi: niente tiranti, piloni molto più ravvicinati e 43 lampioni, uno per ogni vittima.

Un 'idea, la sua, che è anche una filosofia perché quel nuovo viadotto sarà l'espressione stessa del significato che porta in sé la parola "ponte": «una progressione, un andare oltre l'ostacolo, una cosa che unisce». Quello del ponte è un tema che tocca tutti e tutte le corde: da quella tecnologica a quella poetica, ha spiegato Piano che non è nuovo a questi gesti. Aveva fatto la stessa cosa dopo la tragedia del crollo della Torre Piloti. 

Ha poi invitato alla memoria: «l'architettura fa questo: celebra e costruisce, la città costruisce cambiamenti e documenta. L'importante è non cadere nella retorica» perché di retorica, come di polemica, sulla caduta del ponte se n'è fatta fin troppa. «Spero di essere utile, lo faccio con molta convinzione» - ha aggiunto Piano, «bisogna che la città ritrovi orgoglio e riscatto, bisogna ricostruire questo ponte e ripensare l'intera area della val Polcevera. Il ponte lo costruiscono gli ingegneri, ma sono lieto di poter essere utile al progetto perché dietro al ponte c'è l'orgoglio e la bellezza della città».

Tra i suoi interessi anche la riqualificazione della val Polcevera coinvolta, nel crollo del viadotto Morandi, tema caro a Renzo Piano che si è spesso occupato di periferie: «è di grandissima importanza anche se sostanzialmente periferica. E' un'area di trasformazione, industriale e ferroviaria, un'area di straordinaria importanza per la città. Genova non può pensare di crescere nè verso mare nè verso monte, quindi l'area dove passava il ponte ha un grande valore urbanistico». Il tema in gioco è quindi trasformare le vecchie aree industriali in città.

L'archistar ha poi aggiunto in una nota: «mi è stato chiesto dalle istituzioni genovesi un contributo di idee. Sono a disposizione, volentieri. Sia però chiaro che si tratta di un'opera corale, e non intendo sostituirmi a nessuno, né agli ingegneri né agli architetti che saranno chiamati per concorso a lavorare sul contesto urbano. Siamo appena all'inizio, ma sono certo che questo sarà un momento di grande energia e di riscatto per la città»

Multimedia
Genova, il giorno del ricordo e della commozione
Correlati
A Genova il Ponte Morandi non c'è più
Correlati
Genova, il giorno del ricordo e della commozione
Correlati
I vostri commenti
6

Stai visualizzando  dei 6 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo